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La protesta

Raddoppio Bergamo-Montello, no alle barriere fonoassorbenti: presidi ai passaggi a livello

"Verrà creato un muro da Curno a Bergamo, di più di 5 km di lunghezza e alto 7 metri, che dividerà, oltre agli abitati di Curno e Mozzo, i quartieri di Bergamo. Chiediamo di rivedere il progetto e valutare un servizio metropolitano leggero"

Bergamo. Presidi ai passaggi a livello di Boccaleone e San Tomaso per dire no al progetto del raddoppio della linea ferroviaria Ponte San Pietro-Bergamo-Montello.

Alcuni cittadini che fanno parte dei vari comitati di quartiere di Bergamo e il neonato #raddoppiosìmanoncosì Curno/Mozzo, giovedì 10 marzo dalle 7.45 alle 10 e dalle 16.30 alle 19, presidieranno i passaggi a livello per esprimere il loro dissenso. Un’azione per chiedere “con forza a Regione Lombardia, Provincia di Bergamo e Amministrazione comunale di Bergamo che si attivino per trovare le risorse necessarie alla riprogettazione di un importante collegamento provinciale di trasporto collettivo, sostituendo la ferrovia con un sistema metropolitano che consenta a tutti i cittadini di poter usufruire di un mezzo di trasporto moderno, efficiente ed efficace, di qualità al pari di progetti già esistenti a livello europeo”, si legge nel comunicato.

“Se gli enti avalleranno il progetto definitivo, la nostra città diventerà famosa non solo come capitale della cultura, ma anche come “città dei muri” – scrivono -. Il progetto di Rfi prevede di “mettere in sicurezza” il tracciato ferroviario con pannelli fonoassorbenti: di fatto verrà creato un muro da Curno a Bergamo, di più di 5 km di lunghezza e alto 7 metri, che dividerà, oltre agli abitati di Curno e Mozzo, i quartieri di Bergamo (da San Tommaso fino a Boccaleone). Una frattura che ferirà per sempre Bergamo, visibile anche da Città Alta, con un forte impatto non solo paesaggistico ma anche sociale, per le persone che abitano lungo la ferrovia e i cittadini che quotidianamente la attraversano. Per non parlare del consumo di suolo agricolo per farne depositi e aree di cantiere”, scrivono i rappresentanti dei comitati.

“Il progetto prevede inoltre la chiusura definitiva del transito veicolare all’altezza dei passaggi a livello di Curno in via Roma, di Bergamo in via Moroni e in via Recastello, dividendo a tutti gli effetti in due un paese e due quartieri e sostituendo il collegamento viario con sottopassi ciclo-pedonali. La chiusura dei passaggi a livello in città può avere senso solo a fronte di un progetto di ridefinizione della viabilità complessiva, che non comporti problematiche per le fasce sociali più fragili, ma diventi piuttosto occasione per fornire nuove possibilità di collegamento e di vivibilità dei quartieri”.

“Riteniamo inaccettabile che in tempi moderni si possa concepire e accettare una soluzione così impattante e inadeguata – dichiarano nel comunicato -. Scuole, negozi, farmacia, parrocchia, posta, luoghi di cura e di attività sociali e ricreative devono essere più facilmente raggiungibili da tutte le persone che abitano la città migliorando l’autonomia, in particolare di anziani e bambini”.

Un progetto che viene definito “antimoderno, le modifiche pensate per ridurre il traffico veicolare rischiano di spostare le difficoltà in altre zone senza portare effettivi benefici. E tutto ciò a svantaggio della proposta avanzata da tanti, comuni attraversati compresi, di fare del collegamento Ponte San Pietro – Bergamo – Montello una linea del tipo metropolitana leggera, sistema sicuramente più sostenibile, con più stazioni e maggiori frequenze di transito, sull’esempio del tram per la Valle Seriana o la metrotranvia di Cagliari”.

I comitati e le associazioni chiedono di nuovo di poter avere voce in capitolo: “Un investimento così importante – sia in termini economici sia in termini di prospettiva – è importante che si apra all’ascolto di tutte le istanze provenienti dal territorio e che colga l’occasione per pensare a tutte le soluzioni per proposte di lungo respiro. Pensiamo che un servizio metropolitano leggero, interrato nell’attraversamento dei quartieri cittadini sia una proposta che risolverebbe la maggior parte dei problemi che l’attuale progetto presenta”.

 

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