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Il viaggio

La Iena Ismaele La Vardera: “Stasera vedrò il mio reportage in Ucraina insieme agli autisti di Italtrans”

In prima serata su Italia 1 il racconto della spedizione partita da Calcinate e arrivata a Cernivtsi, in Ucraina

Calcinate. “Sto tornando a Bergamo. Stasera guarderò la trasmissione insieme agli autisti che ci hanno accompagnato in Ucraina, come forma di riconoscenza nei loro confronti. Ci tengo moltissimo a condividere quanto di grandioso fatto insieme, di aver dato vita ad una vera e propria gara di solidarietà in meno di 24 ore”.

È così che comincia il racconto di Ismaele La Vardera, la Iena di Italia Uno, che stasera manderà in onda il suo reportage che in questi giorni ha unito Bergamo con l’Ucraina, in particolare con i tir Italtrans che hanno trasportato oltre duecento bancali di generi di prima necessità, tra cui provviste, generi alimentari, prodotti per l’igiene e farmaci, per i profughi ucraini.

“Devo solo dire grazie a chi ci ha aiutato a portare a compimento questa impresa. Grazie a Italtrans che, ancora una volta, dopo l’esperienza di Palermo maturata durante il periodo della pandemia, si è messa in gioco per aiutare il popolo ucraino. Non un tentennamento, non un’indecisione. Partito con la richiesta di un furgoncino, mi sono ritrovato, a meno di 24 ore dalla telefonata, con sette tir carichi di beni di prima necessità. Un grazie immenso anche agli autisti che ci hanno accompagnato, che si sono immolati per una giusta causa: 30 ore di viaggio per arrivare in Ucraina. Era impossibile infatti scaricare tutta la merce che avevamo con noi. Quindi abbiamo convenuto che era meglio superare i confini. Un’esperienza incredibile”. Scortati dai militari, i convogli sono entrati in Ucraina: “Anche qui, nessuna paura e nessun dubbio. Gli autisti, fatto salvo per i due ucraini che si sono fermati prima perché diversamente sarebbero stati arruolati per combattere, non hanno battuto ciglio. E quella che ci siamo trovati di fronte, è un’immagine che certo non dimenticheremo”.

Uomini, donne, bambini attaccati ai loro peluche, ciascuno impegnato a fare la sua parte. “E tanto freddo. Un grande senso di impotenza e di strazio, unito alla sola consolazione di aver concorso, anche se in maniera infinitesimale, a fare la nostra parte. Anche quando, nel viaggio di ritorno, il nostro autobus si è riempito di profughi, l’atmosfera era incredibile. Gli occhi sgranati dei bambini e delle loro madri, capaci di guardarti come chi pensa che tua sia il suo salvatore. La soddisfazione viene dall’aiuto concreto, dalla possibilità che abbiamo dato loro non solo di uscire dall’Ucraina, ma anche e soprattutto di aver garantito un posto sicuro dove stare, la Comunità di Santa Fede di Cavagnolo, in provincia di Torino”.

Immagini che rimarranno per sempre nel cuore e nella mente: “L’immagine che non mi scorderò mai è quella di un popolo unito, dignitoso e rispettoso che lotta contro la guerra. Quando la gente è unita è capace di fare grandi cose, anche e soprattutto nella disperazione. La stessa cosa che hanno dimostrato Bergamo e i suoi cittadini durante il Covid. Anche questa volta, i bergamaschi non solo hanno dato prova di avere un cuore grande, ma hanno restituito, concretamente, quanto qualcun altro, prima, gli aveva donato. Un senso di amore e di gratitudine che va oltre ogni considerazione”.

L’iniziativa 

L’iniziativa del giornalista promossa dalle Iene ha preso il via settimana scorsa, giovedì, e nel giro di pochissime ore ha raccolto moltissime adesioni. Pronta e generosa quella di Italtrans, che ha messo a disposizione i suoi camion e ha attivato alcuni tra i sui partner: con Esselunga (con tre camion) anche Iperal, Conad, Acqua Sant’Anna, Loacker, Barilla e Pata. La colonna di mezzi è partita da Calcinate nel pomeriggio di venerdì e si è unita a due pullman, formando una carovana lunga 100 metri, che ha percorso 3.870 km e attraversato la Slovenia, l’Ungheria e la Romania, per arrivare in Ucraina. Lì, il convoglio umanitario scortato dai soldati è arrivato a Cernivtsi, una cittadina a 40 km da Kiev, nel palazzetto dello sport diventato, nel frattempo, un grande centro di raccolta e smistamento logistico. “All’inizio il viaggio doveva portare solo un pullman carico di generi alimentari, medicine e vestiti- racconta La Vardera – ma poi la gara della solidarietà è diventata gigantesca”.

Il servizio televisivo

Nel servizio televisivo tutte le immagini del viaggio e della consegna degli aiuti, ma anche il resoconto del viaggio di ritorno in Italia con un carico speciale: i due pullman partiti carichi di beni, infatti, sono tornati carichi di donne e bambini in fuga dai luoghi della guerra, dove pure hanno dovuto lasciare padri e mariti. I rifugiati sono attualmente ospiti della Comunità di Santa Fede di Cavagnolo, in provincia di Torino.

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