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Appunti&virgole

Atalanta, una sinfonia: torna la vittoria in casa con 4 sms al campionato

Dopo tre mesi un altro 4-0. Prova di forza e spettacolo, la Samp presa a pallate si arrende alla bellezza dei gol nerazzurri

Se il finto nueve fa gol veri… e che gol, Pasalic, da vero centravanti! E se, dopo la doppietta di Malinovskyi contro l’Olympiacos, realizza una doppietta di destro anche il mancino Koopmeiners e proprio nel giorno del suo compleanno, allora vuol dire che le congiunzioni astrali si stanno rimettendo in chiave nerazzurra. Poi, certo, c’è la perla di Miranchuk di cui parliamo a parte (leggi), un gol da cineteca.

Basta per scaldare uno stadio sferzato dal vento gelido di fine febbraio? Strano, perché con questa insolita tramontana la Sampdoria potrebbe sentirsi a casa sua, come a Genova.

Invece l’Atalanta non dà respiro fin dal calcio d’inizio.

E l’unica cosa che in tutta la partita indovina Giampaolo è l’analisi della vigilia: “L’Atalanta è squadra forte, ti azzanna”. Detto, fatto.

Gasperini osserva dall’alto e sicuramente si compiace a vedere i Gaspboys scatenati all’assalto della porta doriana e subito in gol, col tuffo di Pasalic che nemmeno avrebbe dovuto giocare, se è vero che fino a pochi minuti prima della partita al suo posto era previsto Malinovskyi.

Tu chiamale, se vuoi, combinazioni, compresa quella che vuole sempre vincente il vicemister Tullio Gritti. Che prova a fare un po’ il Gasp litigando col quarto uomo per una rimessa laterale invertita, ma torna subito al suo posto.

Del resto c’è poco bisogno di alzare la voce, con una squadra che va in pressing e non dà tregua a una povera Samp che finisce per essere presa a pallate: 19 tiri a 6, in porta 9 a 1, per la Dea naturalmente. Una differenza enorme.

Non è questione di moduli, di difesa a tre o a quattro, di attacco senza centravanti. Sono gli uomini che interpretano come meglio non potrebbero una serata che diventa presto a senso unico, un monologo nerazzurro.

Una sinfonia, direttore d’orchestra Remo Freuler, che si diverte a duettare a destra col ritorno di ‘cavallo pazzo’ Hateboer, mentre dietro Palomino rende innocuo Quagliarella.

È un’Atalanta impressionante, perché ogni volta che prende palla hai la sensazione che possa arrivare in porta. E se qualche volta manca l’ultimo passaggio, se la solita frenesia lascia per strada qualche errore, beh siamo seri: quante partite vedete in Serie A, giocate con questa intensità e velocità?

Forse questa è davvero la più bella della stagione per la Dea, facendo la tara per un avversario disarmante, spaesato. Però che spettacolo assistere alle combinazioni tra Pessina e Koopmeiners!

L’unico che sembra tenere il piede sollevato dall’acceleratore è Boga: diamogli pure tempo per il rodaggio necessario, poi se al suo posto entra un artista come Miranchuk, ecco subito servito l’assist (per il secondo gol di Koop) e poi il gioiello finale.

Se quello di Aleksej è uno slalom magnifico, la vittoria dell’Atalanta è una discesa libera alla Goggia: piede a tavoletta, sempre all’attacco anche dopo il secondo e terzo gol.

Un messaggio chiaro al campionato. E tre punti dopo tre mesi al Gewiss Stadium, un altro 4-0 dopo il 4-0 al Venezia, sono da squadra molto affamata. C’è anche e ancora la Dea, nella corsa Champions: se qualcuno se n’era dimenticato…

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