Bergamo. Con lui ci fermiamo a parlare una decina di minuti, attorno a mezzogiorno: il via vai di clienti, nonostante l’ora non sia proprio di punta, è quasi incessante.
Rossano Baretti, 44enne di Lurano, da circa 10 anni gestisce l’edicola Gaia nel quartiere di Colognola a Bergamo, in via Enrico Fermi: da qualche giorno ha iniziato a confessare a chi passa dalle sue parti per un giornale o una rivista che da lunedì 22 novembre l’attività cesserà, decisione poi ufficializzata anche con un post su Facebook.
Per il quartiere, che solo due anni fa aveva assistito alla chiusura di un’altra edicola poco più lontana, in piazza Emanuele Filiberto, è l’ennesima mazzata: sempre meno servizi e punti di riferimento, con le attività tradizionali che spesso soccombono a causa dell’avanzare minaccioso di supermercati e piattaforme di e-commerce.
In questo caso a far dire basta a Rossano non sono tanto le questioni economiche (pur confessando che i costi di gestione siano eccessivi), ma i problemi fisici che lo tormentano da tempo e che ora sono diventati insopportabili: “Una scelta dolorosa, mi dispiace davvero tantissimo – commenta – Dopo tanti anni nel mondo dell’edilizia, la crisi mi aveva tolto il mio vecchio lavoro: ho deciso allora di buttarmi in questa avventura, consapevole che non sarebbe comunque stata facile”.
Già, perchè ogni mattina arriva puntualissimo da Lurano e alle 5 alza la serranda, che si richiude anche dopo 12-14 ore: i clienti li chiama quasi tutti per nome e quando li vede affacciarsi di fronte al suo bancone già stringe tra le mani il giornale giusto, ancora prima che possano parlare.
“Una delle soddisfazioni maggiori di questi anni è la bella relazione che si è creata con gli abitanti del quartiere – conferma – Ho ricevuto tanto affetto e riconoscenza, ci siamo conosciuti piano piano fino a diventare un riferimento: il grazie della gente è qualcosa che mi porto dentro”.
Relazioni sane e spontanee che al giorno d’oggi, spesso proprio per la perdita di attività storiche che rappresentano importanti presidi, sono merce sempre più rara: “Nel periodo più difficile del Covid eravamo tra i pochi che potevano tenere aperti – ricorda il titolare – Ho capito quanto fosse importante per la gente incontrare qualcuno, fermandosi anche solo per due chiacchiere: da quando sono arrivato ho sempre cercato di ampliare l’attività, anche coi servizi più tecnologici, per andare incontro alle esigenze di tutti”.
“E ora?”, gli chiedono in molti: per un po’, finchè qualcuno non deciderà di rilevare l’attività, il luogo più vicino dove acquistare un giornale rimarrà il supermercato che si affaccia sulla circonvallazione Pompiniano.
“Un paio di persone, dopo aver letto l’annuncio, hanno chiesto informazioni per subentrare – rivela Rossano Baretti – Ma si sono già dileguate: ormai più nessuno pare interessato a fare questo mestiere che, comunque, è complicato. La maggior parte dei giovani vuole fare soldi facili, senza fare troppa fatica: di base, poi, sono abituati ad un altro tipo di informazione e poco inclini ad acquistare il giornale cartaceo. Spero che qualcuno alla fine si faccia avanti seriamente, per dare continuità e non lasciare il quartiere senza questo servizio: riporto anche qui il mio appello e resto a disposizione al 3282163533”.
I clienti, nel frattempo, continuano ad arrivare: si informano sull’accaduto, scuotono la testa alla conferma che l’edicola sta per chiudere e fanno i migliori auguri di pronta guarigione.
La speranza, anche per loro, è che il chioschetto all’angolo tra via Enrico Fermi e via Keplero possa continuare a svolgere il suo ruolo di primo piano nella vita del quartiere.
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