Bergamo. Morte in conseguenza di maltrattamenti. Con questa accusa è stato condannato a 18 anni Cristian Michele Locatelli, a processo per aver picchiato mortalmente la compagna 34enne Viviana Caglioni, morta l’8 aprile 2020 al Papa Giovanni.
La sentenza è stata pronunciata venerdì dalla Corte presieduta dal giudice Giovanni Petillo.
L’aggressione era avvenuta il 31 marzo della scorso anno, in pieno lockdown, in una casa di due piani malridotta di via Maironi da Ponte, nel quartiere cittadino di Valverde.
Il decesso otto giorni dopo in ospedale, dove la giovane donna, tossicodipendente come il suo compagno, era stata ricoverata con segni di violenza: all’inguine, all’addome, in volto, sulle labbra e alla testa.
A puntare il dito contro Locatelli era stato in particolare lo zio, che la sera del 31 marzo era in casa con la coppia e la madre di Viviana, Silvana Roncoli: fin dai primi interrogatori Gianpietro Roncoli lo ha accusato di avere picchiato sua nipote per oltre mezzora e di essere stato a sua volta minacciato di morte quando cercò di intervenire.
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