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Il caso

Bufera sulla scuola di Cividino: il preside scrive al Prefetto, la minoranza chiede le dimissioni del sindaco

Si alza l’asticella dello scontro a Castelli Calepio. La questione della scuola di Cividino fa uscire allo scoperto anche il dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo che, con una lettera durissima ha replicato alle recenti dichiarazioni del sindaco Giovanni Benini

Castelli Calepio. “Si diffida l’Amministrazione Comunale da lei rappresentata ad avviare le attività di trasloco senza l’assenso del Dirigente Scolastico”. Si alza l’asticella dello scontro a Castelli Calepio. La questione della scuola di Cividino fa uscire allo scoperto anche il dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo Fra’ Ambrogio da Calepio Silvestro Marotta, che con una lettera durissima – come testimonia la conclusione della stessa, citata sopra – ha replicato alle recenti dichiarazioni del sindaco Giovanni Benini. La posizione dell’amministrazione era stata ribadita con forza proprio dal sindaco: gli alunni della primaria Enrico Fermi devono rientrare nella loro scuola quanto prima (entro il 28 ottobre aveva dichiarato Benini), i lavori sono conclusi, le certificazioni sarebbero arrivate tutte entro il 18 ottobre, il dirigente non avrebbe avuto la necessità di prenderne visione e il sindaco in persona si assumeva la responsabilità di far partire il trasloco.

Il clima è talmente teso che la lettera del dirigente Marotta è stata trasmessa per conoscenza anche alle autorità, in particolare al prefetto di Bergamo Enrico Ricci e ai direttori degli uffici scolastici provinciali e regionali, le dottoresse Patrizia Graziani e Augusta Celada.

Il preside, come detto, non ci sta e si oppone alla linea tracciata dal sindaco, spiegando nella lettera le motivazioni che rendono impossibile il verificarsi di quanto proposto. Innanzitutto la documentazione richiesta non è ancora arrivata. All’appello, conferma nuovamente il preside, mancano ancora quattro documenti, su tutti il Certificato di prevenzione incendi e la Segnalazione certificata di agibilità. Marotta sottolinea poi a Benini che la necessità di acquisire le certificazioni, da parte del Dirigente, “non è mossa né da capriccio, né da volontà di osteggiare l’operato dell’Amministrazione Comunale, né da volontà di protrarre il pesante disagio vissuto dagli alunni e dalle famiglie, ma bensì dalla necessità di ottemperare alle prescrizioni normative previste dal d.lgs. 9 aprile 2008, n.81”. Ma oltre che da obblighi di legge, la richiesta di visionare le carte deriva anche da “diversi episodi accaduti negli ultimi mesi. Episodi che hanno palesato più volte come i tecnici coinvolti nella progettazione, nella direzione dei lavori e più in generale nella gestione del cantiere, peraltro tutti stimati e preparati professionisti, abbiano gestito in modo discutibile alcuni aspetti di notevole rilevanza”.

Durante i sopralluoghi degli scorsi giorni infatti Marotta riporta di aver osservato come la seconda via d’uscita del piano terra “presentava una pavimentazione sconnessa e traballante e che il raccordo con la pavimentazione del cortile era realizzato in modo posticcio con bordo irregolare e dislivello di circa dieci centimetri”. Non solo, la stessa via d’uscita condurrebbe “ad uno spazio angusto e, a parere del Dirigente Scolastico, non idoneo ad accogliere in sicurezza gli alunni in caso di emergenza”. A settembre invece, afferma Marotta, nessuno ancora aveva pensato a dotare gli edifici di estintori, e al contempo la direzione dei lavori aveva espresso “l’intenzione di consegnare i locali della scuola sprovvisti di scala antincendio”. Infine a maggio era stata fornita una planimetria della nuova mensa con 180 posti a sedere in un’area di 207 metri quadrati, contro l’affollamento massimo previsto dalla legge di 82 persone.

Tutte le mancanze portano il dirigente a sollecitare l’integrazione della documentazione necessaria e l’effettiva consegna dei locali per effettuare i sopralluoghi. È chiaro che di trasloco, quindi, non se ne parla. “Allo stato attuale non è possibile ipotizzare una data in quanto ad oggi tutti gli impegni presi dalla Direzione Lavori e dal RUP circa il termine delle lavorazioni e la consegna delle documentazioni dovute sono stati puntualmente disattesi”.

La minoranza intanto alza la voce. Massimiliano Chiari, consigliere comunale della lista Castelli Calepio Cambia chiede le dimissioni dell’amministrazione. “Parliamoci chiaro: il sindaco non si dimetterà mai e poi mai, è troppo egocentrico per farlo, dipendesse da lui può crollare tutto, l’intero Comune, ma non la sua posizione; prima viene la sua smisurata superbia, poi tutto il resto e tutti gli altri, cittadini compresi”. Per questo, aggiunge: “Non ci rimane che affidarci a quei due-tre consiglieri comunali di maggioranza che, oggi, possono fare la differenza, dimettendosi. Non perché siano loro personalmente la causa di questo scempio, no, ma perché sono gli unici che possono restituire un minimo di dignità al nostro Comune”. Chiari rincara la dose: “Fatelo, ora: i cittadini ve ne saranno eternamente grati; diversamente la vostra macchia politica diventerà indelebile, verrete inevitabilmente ricordati come coloro che hanno sostenuto, per 5 anni, l’insostenibile, il peggior sindaco che Castelli Calepio abbia mai avuto a memoria d’uomo”.

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