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La lectio di Locatelli a Bergamo: “Le spese per la sanità non sono un costo, ma un’opportunità” video

Il presidente del CSS all’inaugurazione dell’anno accademico: “L’università ci guiderà nella fuoriuscita dall’Apocalisse verso una nuova Genesi”

Bergamo. “Dopo la pandemia: il valore della conoscenza e della solidarietà”. È questo il titolo della lectio magistralis che il professor Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità, ha regalato agli studenti dell’Università degli Studi di Bergamo in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico 2021-2022, celebrata lunedì 18 ottobre nell’aula magna di Sant’Agostino.

Personalità illustre del mondo scientifico e culturale, Locatelli è soprattutto un bergamasco. Per questo l’amore per le sue radici non gli ha permesso di aggirare quell’immagine, l’immagine del corteo di bare che stipate all’interno dei mezzi militari, nel marzo 2020, hanno sfilato lungo le strade desolate della città.

Da lì è partito per rivolgersi alla sua platea: “Bergamo ha solo precorso il dramma che ha investito tutto il mondo e che ha provocato un eccesso di mortalità in tutti i paesi. E l’Italia è stata il primo paese occidentale ad affrontare questo dramma senza avere punti di riferimento, anzi creandone per altri che hanno potuto in qualche misura far tesoro della tragica esperienza maturata in questo Paese, soprattutto in questa Regione, e particolarmente in questa città”.

Il valore della conoscenza risiede anche nella memoria, nel tenere a mente che la lotta non è ancora conclusa. “Non stupisce certo sapere che oggi Covid-19 rappresenta la quarta causa di morte in Italia, negli Stati Uniti addirittura la terza. E questo a dispetto di tutta una serie di tentativi di profonda resilienza che sono stati immediatamente messi in atto delle strutture”.

Il primo pensiero di Locatelli è andato al reperimento straordinario di 3500 posti di terapia intensiva nella piena fase di emergenza, che non dev’essere tuttavia sottovalutato. “Questi posti addizionali hanno riportato il rapporto tra letti di terapia intensiva ogni centomila abitanti agli standard raccomandati dalle società scientifiche di riferimento. Forse una riflessione per il futuro sull’opportunità di fare investimenti in sanità che tengano conto di queste raccomandazioni va largamente considerata”.

Perché il Covid ha provocato anche un’interruzione globale dei servizi sanitari. Il professore, Ordinario di Pediatria generale e specialistica all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, ha ricordato in modo particolare un settore delicato, quello della prevenzione ai tumori, con conseguenze drammatiche. “Nel 2020 oltre il 50% degli screening oncologici sono venuti meno. Questi rallentamenti avranno un impatto devastante in futuro, perché si tradurranno nei prossimi anni in un aumento dei decessi per diagnosi tardive”.

Chi ha pagato maggiormente la carenza dei servizi sanitari, ribadisce Locatelli, sono gli anziani, che nel periodo pandemico si sono tenuti lontani dagli ospedali per la paura di contagiarsi al loro interno. La conoscenza però ha portato il mondo della scienza ad individuare una soluzione. “Grazie al vaccino siamo in ripresa. L’unica strategia per uscire da questa situazione”.

Bisogna allora continuare a credere nell’istruzione e nella ricerca. “Chi ci guiderà nella fuoriuscita dall’Apocalisse verso una nuova Genesi? Sicuramente l’Università, perché è deputata alla formazione della futura classe dirigente”.

La conoscenza in questo modo si fa presupposto essenziale da mettere al servizio della solidarietà. “Da bergamasco ricordo l’incredibile esperienza della creazione in sette giorni di un ospedale nella nostra città, con 16.000 ore di lavoro e 250 artigiani coinvolti”.

La solidarietà dev’essere un fine da perseguire, come dimostra l’Agenda 2030 il cui terzo obiettivo, ricorda il professore, è proprio quello di raggiungere la copertura sanitaria universale. “Esistono ancora nel mondo 400 milioni di persone che non hanno accesso all’assistenza sanitaria di base. E da pediatra ricordo che quasi 20 milioni di bambini oggi non stanno ricevendo le vaccinazioni essenziali nel primo anno di vita perché in molti paesi i programmi di immunizzazione sono interrotti a causa della pandemia”.

La sfida determinante per il futuro sarà quindi proprio quella di garantire l’accesso alle cure mediche a tutta la popolazione mondiale. Ma per farlo – conclude Locatelli – occorrerà mettere al centro un principio: “Le spese in sanità non devono più essere viste come un costo ma come un’opportunità. E nessuno deve essere lasciato indietro”.

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