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In consiglio comunale

Alloggi per padri separati a Bergamo, accolta la proposta della Lega

Il consigliere Stefano Rovetta presenta un ordine del giorno, approvato all'unanimità, per aiutare gli uomini in situazione di grave difficoltà dopo una separazione

Bergamo. Tutti concordi: a Bergamo serve una struttura per accogliere temporaneamente i padri separati.

Lo ha chiesto il consigliere leghista Stefano Rovetta attraverso un ordine del giorno presentato durante la seduta del Consiglio comunale di lunedì sera: “Quella dei padri separati è una problematica che spesso non viene presa in considerazione ma che purtroppo esiste. In alcuni casi si verificano delle situazioni in cui i padri si ritrovano in difficoltà economiche tali da non riuscire a garantire il mantenimento dei figli e, spesso, nemmeno la propria sopravvivenza in modo dignitoso. Sono diversi gli uomini in queste condizioni che, come raccontato dalle cronache, si ritrovano a vivere per strada e ad appoggiarsi ai servizi per persone indigenti. Chiedo quindi di valutare l’opportunità di destinare alcuni alloggi, magari all’interno dell’ex Principe di Napoli in via Pignolo, in fase di ristrutturazione, o in altre strutture, dedicate al soggiorno temporaneo di questa categoria di persone”.

Rafforzano la richiesta con i loro interventi anche gli altri consiglieri leghisti. Luisa Pecce: “Ci avevamo provato già con via Quarenghi 33, erano previsti alloggi e spazi comuni per l’accoglienza dei figli”; Giacomo Stucchi: “Non è dignitoso per un padre separato incontrare i figli al bar. Avere a disposizione un piccolo alloggio aiuta anche a livello psicologico. Questa è una problematica che non ha colore politico perché può riguardare chiunque”; Alessandro Carrara: “Mi sembra una buona occasione per dare un aiuto concreto a persone che si trovano in difficoltà”.

L’assessore ai Servizi sociali Marcella Messina accoglie di buon grado la richiesta: “L’ordine del giorno pone al centro un problema di housing sociale per persone che necessitano di alloggi transitori. Questa categoria va aiutata ma chi si rivolge ai servizi deve essere preso in carico in modo integrato, perché il fine ultimo dev’essere l’emancipazione. Andremo quindi a ragionare insieme rispetto a questa problematica, magari attraverso un progetto sperimentale con l’aiuto delle associazioni, che ci auguriamo possa poi diventare strutturale”.

L’ordine del giorno è stato approvato all’unanimità.

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