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Vent'anni dopo

Undici settembre, i terroristi hanno vinto?

Il giornalista bergamasco della Rai Oliviero Bergamini, grande esperto di esteri, commenta per noi il ventennale di una data che ha cambiato anche il nostro modo di vivere

Vent’anni fa, l’11 settembre. Tutti ricordiamo dove eravamo in quei momenti.

Nemmeno la mente più visionaria avrebbe potuto immaginare uno spettacolo di un orrore così oscenamente grandioso. E invece ci trovammo tutti a guardarlo attoniti, in diretta sugli schermi, senza poter distogliere lo sguardo.

Un giorno che ha cambiato la storia, si dice. Sicuramente le conseguenze di quegli attentati sono state e continuano ad essere pesantissime.

A livello prosaico, spicciolo, è da quel giorno che nascono gli estenuanti nuovi divieti e controlli negli aeroporti. Su scala ben più ampia ed importante, è da allora che si è imposta nelle nostre vite una nuova sindrome della “sicurezza”, il timore continuo e immanente dell’attentato. All’ombra cupa di quella sindrome i governi hanno sviluppato pratiche di sorveglianza invasive, ci sono state compressioni drammatiche dei diritti individuali, si sono giustificati abusi e torture. La democrazia per difendersi ha tradito sé stessa.

Dalle macerie fumanti delle Torri Gemelle si sono sprigionati devastanti effetti geopolitici. L’invasione dell’Afghanistan , conclusasi tanto ignominiosamente poche settimane fa. Quella dell’Iraq, che ha innescato la destabilizzazione del Medio Oriente, un caos da cui il delirio funebre del terrorismo islamista ha potuto trarre nuova linfa, trovando nel tempo nuove turpi incarnazioni; dagli assalitori del Bataclan alla cupa parabola dell’ ISIS.

Per molti versi oggi Occidente e mondo islamico sono più lontani e reciprocamente diffidenti. Le tensioni sono alte. I Talebani tornati a Kabul sembrano poter ispirare una nuova ondata di terrorismo islamista e rimarcare l’indebolimento dell’Occidente.

I 19 terroristi dell’11 settembre, dunque hanno vinto? Hanno raggiunto i loro obiettivi ? In parte sì, aiutati in questo dai gravi errori degli USA e dei tanti paesi, Italia compresa, che li hanno seguiti acriticamente. Ma la storia ha un suo modo di andare oltre, nel bene e nel male.

Nuove emergenze globali sono sopravvenute, dalla pandemia, al riscaldamento globale; i giganti del web stanno invadendo e cambiando le nostre vite come vent’anni fa nemmeno era immaginabile, gli equilibri del mondo sono cambiati radicalmente, con l’ascesa della Cina, le mutazioni demografiche, la transizione ecologica che sta gradualmente sottraendo al petrolio mediorientale la sua cruciale importanza geopolitica. L’11 settembre 2001 un terzo dell’attuale popolazione mondiale non era nemmeno nata.

Quindi è importante ricordare, commemorare, analizzare ciò che quel giorno è stato, ciò che ha provocato. Ma bisogna farlo alla luce di una storia che è andata avanti, alzando e ampliando lo sguardo. Senza rimanerne prigionieri di quelle immagini, come di un incubo da cui non ci si riesce a risvegliare. Altrimenti, allora sì, i terroristi avranno davvero vinto.

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