“In queste settimane estive ho avuto il tempo per informarmi sul tema dell’eutanasia legale e oggi ho deciso di presentarmi al gazebo e firmare per il referendum”. Una scelta ragionata quella del sindaco di Bergamo Giorgio Gori, che giovedì mattina si è presentato al gazebo della raccolta firme ed ha incontrato il promotore dell’iniziativa Marco Cappato. Dopo aver ascoltato parte dell’intervento, si è messo in fila per far certificare la sua firma come tanti altri cittadini.
“Ho cercato di immaginare come mi comporterei se un mio caro dovesse trovarsi in una situazione di estrema sofferenza – ha spiegato -. E soprattutto ho pensato a me stesso: cosa farei se avessi una patologia non curabile, che mi causasse sofferenze fisiche e psicologiche e non potessi autosomministrarmi un farmaco per porre fine alla mia vita? Cosa vorrei per me?”.
“Firmo da credente – sottolinea il sindaco -, non vedo una contraddizione tra la fede religiosa e il tema del fine vita. Naturalmente rispetto anche l’opinione di chi è contro l’eutanasia legale, ma indubbiamente c’è un vuoto giuridico che crea una discriminazione tra chi è in grado di decidere e chi non lo è”.
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