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5 anni fa

Il disastro ferroviario in Puglia con 2 bergamaschi tra i 23 morti: rischio prescrizione

La pandemia, ma non solo, sta facendo andare per le lunghe il processo a carico dei 18 imputati per la morte, tra gli altri, di Salvatore Di Costanzo e Michele Corsini

La pandemia, ma non solo, sta facendo andare per le lunghe il processo a carico dei 18 imputati (17 persone fisiche e la società Ferrotramviaria Spa come persona giuridica) a processo per il disastro ferroviario di martedì 12 luglio 2016, quando due treni si scontrarono frontalmente nel tratto tra Andria e Corato (in Puglia) provocando 23 morti e una cinquantina di feriti. Tra le vittime anche due bergamaschi, Salvatore Di Costanzo e Michele Corsini, accomunati da una grande passione per il proprio lavoro. Proprio il motivo per cui si trovavano a bordo del convoglio in cui hanno perso la vita.

Quest’anno l’anniversario coincide con una delle udienze del procedimento penale che si sta celebrando in Corte di Assise a Trani. Iniziato ad aprile del 2019, si trascina tra continue interruzioni e ripartenze. In questi anni c’è stato, dopo la ricusazione, perfino il cambiamento del collegio dei giudici.

Si teme anche qualche contraccolpo e ritardo per il possibile trasferimento di uno dei due magistrati dell’accusa, con il rischio prescrizione che, nonostante le rassicurazioni ai parenti delle vittime, si fa sempre più concreto.

Ci furono errori umani, sistema di sicurezza obsoleti e problemi organizzativi nella strage costata la vita anche ai due bergamaschi.

Di Costanzo, 56 anni, di Campagnola, agente di commercio e noto allenatore del calcio provinciale orobico, era partito dall’aeroporto di Orio al Serio per Bari. Era poi diretto ad Andria su quel treno per un appuntamento di lavoro. Il suo corpo senza vita è stato riconosciutodal figlio Marco, accorso in Puglia dopo che del padre si erano perse le tracce.

L’ultimo contatto l’aveva avuto alle 10.45 circa, con un messaggio inviato a un amico. Poi il nulla. Il nome del 56enne non figurava inizialmente nell’elenco delle vittime perché le salme, per l’appunto, non erano state tutte riconosciute dai parenti. Fino alla conferma del dramma.

Corsini, 61 anni, sposato con Tiziana, era partito da Cologno al Serio per raggiungere Barletta dove gestiva un bar, il Gray Room, rilevato dopo essere andato in pensione. Lì trascorreva buona parte dell’estate. L’attività in Puglia, dove era nato, era stata la sua scelta di vita dopo aver smesso di lavorare in Bergamasca.

Ogni tanto rientrava nella località Fornasette del paese della Bassa: l’ultima volta qualche giorno prima del decesso per un controllo medico. Anche lui aveva viaggiato in aereo fino a Bari e poi era salito quel treno maledetto, dove proprio come Di Costanzo ha trovato la morte.

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