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Al papa giovanni di bergamo

Psicosi AstraZeneca e non solo, falsi allarmi in pronto soccorso: “Sei pazienti al giorno in crisi d’ansia”

La responsabile Renata Colombi: "Arrivano in preda al panico chiedendo rassicurazioni. Dopo avere accertato l'assenza di patologie organiche, importante lavorare di psicologia"

La paura spesso si alimenta di dubbi e incertezze. Dall’inizio della campagna vaccinale, diverse persone sono arrivate al pronto soccorso dell’ospedale Papa Giovanni di Bergamo in preda a crisi d’ansia e panico dopo avere ricevuto il vaccino anti-Covid. “In media registriamo 5-6 accessi al giorno per situazioni di questo genere – spiega la responsabile Renata Colombi -, ma nel 99% dei casi si tratta di falsi allarmi”, senza particolari conseguenze.

Persone – spiegano i sanitari – che tendono a scambiare lo stato fisico e mentale che stanno vivendo (e che, tra le altre cose, può causare tremori, sudorazione, sensazione di svenimento, ‘fame d’aria’ e tachicardia) per delle gravi complicazioni di salute legate al vaccino. Un vortice di emozioni e sensazioni negative che – per quanto temporanee – possono generare pensieri catastrofici difficili da attenuare. Tant’è che – soprattutto in occasione delle prime crisi – è facile non riconoscere il disturbo scambiandolo per altre patologie.

“Questi pazienti vogliono soltanto essere rassicurati e tranquillizzati – spiega la dottoressa Colombi -. Tutti quelli arrivati in ambulanza per presunte reazioni avverse al vaccino, erano in realtà in preda a forti crisi d’ansia”. Una conclusione alla quale i sanitari arrivano dopo avere escluso ogni patologia organica. “Li visitiamo in base a quel che descrivono al momento – aggiunge Colombi -. Se lamentano dolore al torace facciamo un elettrocardiogramma, se a mancare è il respiro facciamo un prelievo arterioso, poi la radiografia e l’ecografia del torace”.

Significa che situazioni di questo tipo non possono essere catalogate a priori come stati d’ansia o panico, ma al contrario necessitano di approfondimenti per eliminare ogni dubbio. Ma è altrettanto vero che le novità di questi giorni – in particolare quelle legate al vaccino AstraZeneca – possono avere creato ulteriore confusione e suscitato nuovi timori nella popolazione. A maggior ragione dopo la sospensione del preparato anglo-svedese per la fascia under-60: una decisione arrivata all’indomani della morte della 18enne Camilla Canepa, ricoverata a Sestri Levante (Genova) a causa di una trombosi pochi giorni dopo avere ricevuto la prima dose di AstraZeneca. Una vicenda sulla quale sono in corso accertamenti.

“In realtà, non abbiamo notato un aumento degli accessi in pronto soccorso negli ultimi giorni nonostante le recenti notizie di cronaca – precisa la responsabile -. Il trend è stabile e i pazienti che arrivano in crisi d’ansia affermano di avere ricevuto anche altri vaccini, non solo AstraZeneca”.

Molti si chiedono: quali sono i sintomi per cui è lecito preoccuparsi e andare al pronto soccorso? Dare una risposta chiara ed univoca è complicato. “La maggior parte delle reazioni gravi sono anafilattiche, immediate, per questo dopo la somministrazione del vaccino è previsto un tempo di attesa per monitorare il paziente – risponde il dottor Marco Rizzi, primario di Malattie infettive del Papa Giovanni -. Sicuramente in presenza di sintomi neurologici importanti, di una cefalea intensa, persistente e che non risponde ai farmaci di primo impiego, ma anche di difficoltà respiratorie e di movimento, è più che lecito contattare il medico. Ad ogni modo – conclude – stiamo vaccinando decine di milioni di persone: è chiaro che qualche evento avverso può verificarsi per pura coincidenza, indipendentemente dall’avere o meno ricevuto il vaccino”.

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