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Il progetto

Moratti: “In Lombardia un centro di ricerca sui virus”, Bergamo risponde: “Pronti, abbiamo il Mario Negri”

Il piano sul tavolo di Regione Lombardia sarà proposto al Governo. Daniela Guadalupi, Cavaliere del Lavoro e presidente e fondatrice di ARMR (Aiuti per la Ricerca sulle malattie rare): "Bergamo pronta a fare la propria parte: abbiamo l'Istituto di ricerche Mario Negri che da 60 anni realizza ottime ricerche e non riceve un soldo pubblico". Favorevole anche il presidente di Confindustria Stefano Scaglia.

Bergamo potrebbe diventare un centro di ricerca e di produzione di vaccini?
La domanda potrebbe sembrare un azzardo. Se non fosse che l’assessore regionale alla Sanità e vicepresidente della Regione Lombardia, Letizia Moratti, in un’intervista domenica 13 giugno a “Il caffè della domenica” di Radio 24 (al minuto 6.17) ha affermato: “Come Regione stiamo lavorando ad un progetto, che sottoporremo al Governo, per realizzare un centro di ricerca nazionale e transnazionale contro le malattie infettive per affrontare l’attuale epidemia di Covid e future pandemie”.

La domanda, carezzata come un sogno dopo il caro prezzo pagato dalla nostra provincia con migliaia di vittime del Covid, è: a Bergamo potrebbe nascere un polo industriale farmaceutico in grado di far fronte in futuro alla ricerca e alla produzione di vaccini? Vista la risposta medica dell’Ospedale Papa Giovanni di Bergamo e tutta la rete di ospedali della provincia, considerando gli studi e le terapie individuate dall’Istituto Mario Negri, infine considerando la flessibilità di alcune imprese bergamasche che hanno saputo riconvertire la loro produzione l’ipotesi diventa qualcosa di più.

Abbiamo rivolto la domanda a due protagonisti di primo piano: Stefano Scaglia, presidente di Confindustria Bergamo, e a Daniela Guadalupi, Cavaliere del Lavoro e presidente e fondatrice di ARMR (Aiuti per la Ricerca sulle malattie rare).

“I sogni muovono il mondo, la ricerca scientifica ha costi molto alti ma raccolgo la proposta di Letizia Moratti con molto entusiasmo anche perché in Lombardia un centro di ricerche farmaceutiche con tre sedi, una a Milano e due in bergamasca, lo abbiamo già ed è l’Istituto di ricerche Mario Negri – afferma Daniela Guadalupi -. Un’istituzione che ha quasi sessant’anni, ha prodotto e realizzato grandi ricerche e non è costata un soldo pubblico. Per questo credo che Bergamo possa entrare di diritto in una squadra a livello nazionale ed europeo in questo campo. Siamo nell’era della connettività, abbiamo compreso quanto sia importante il gioco di squadra e Bergamo forse è chiamata a farne parte grazie alle persone e alle strutture che ha”.

“Un polo di ricerca e di produzione farmaceutica per i vaccini solo bergamasco credo sia una missione veramente molto complessa – osserva Stefano Scaglia -. Lo dimostra il fatto che al traguardo sulla ricerca dei vaccini per il Covid, in tutto il mondo, siano arrivate tre o quattro aziende. Credo che la complessità di un simile progetto richieda enormi risorse e che la dimensione di cui stiamo parlando sia europea. Partendo da questo dato di fatto, non escludo che Bergamo possa entrare in questa rete e portare il proprio contributo”.

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