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La tragedia di pagazzano

Morto sotto una lastra di cemento a 46 anni: Maurizio lascia la moglie e due figli

Sabato l'imprenditore edile di Calcinate avrebbe festeggiato il compleanno. La salma è stata composta nella camera mortuaria dell'ospedale Papa Giovanni di Bergamo

Sabato Maurizio Gritti avrebbe compiuto 47 anni. Li avrebbe festeggiati con la moglie Alessandra e i due figli, Giorgia di 17 anni e Andrea di 16. Ma non accadrà, perchè Maurizio è morto giovedì in un cantiere di largo Canova a Pagazzano dove stava costruendo due villette.

La dinamica dell’incidente costato la vita all’imprenditore edile di Calcinate è ancora al vaglio dei carabinieri di Treviglio e del personale di Ats Bergamo. L’uomo è stato travolto da una lastra di cemento del peso di 600 chili che lo ha schiacciato contro una parete, provocandogli un’emorragia interna e un soffocamento. È spirato sotto gli occhi di un collega che cercava di aiutarlo in attesa dell’arrivo dei soccorsi.

La salma è stata composta nella camera mortuaria dell’ospedale Papa Giovanni di Bergamo, a disposizione del pm Emma Vittorio che dovrebbe disporre l’autopsia. Il cantiere è stato posto sotto sequestro in attesa dei rilievi di legge.

Maurizio Gritti era nato e cresciuto a Calcinate. Fin da giovanissimo aveva iniziato a lavorare nella piccola impresa edile del padre, che aveva poi rilevato insieme al fratello Cesare. In paese era conosciuto come una persona riservata e dedita al lavoro.

morto cantiere pagazzano
 

“Ci stringiamo alla sua famiglia per questo grave lutto”, le parole del sindaco di Calcinate Gianfranco Gafforelli. A lui si unisce Giuseppe Togni, primo cittadino di Cavernago, paese della moglie del 46enne: “Era molto legato a Malpaga e lo ricordiamo per il suo impegno con le nostre associazioni, sempre pronto a darci una mano nei vari progetti”.

Fin dalle prime ore dopo la tragedia si sono susseguite le reazioni. A partire dalle sezioni bergamasche di Cgil, Cisl e Uil, che hanno indetto uno sciopero di due ore per mercoledì prossimo e annunciato un incontro con il Prefetto per chiedere più sicurezza e controlli negli ambienti lavorativi.

Quello di Pagazzano è il terzo infortunio mortale questa settimana in Italia dopo quelli di Luana D’Orazio, l’operaia tessile di 22 anni che lunedì è rimasta incastrata in un macchinario a Prato, e di Christian Martinelli, il metalmeccanico di 49 anni schiacciato mercoledì da un tornio a Busto Arsizio.

A livello provinciale si tratta della seconda tragedia nei luoghi di lavoro dall’inizio dell’anno: il primo si era verificato il 16 febbraio a Suisio, quando un lavoratore di 71 anni, Ambrogio Viganò, era deceduto precipitando per sei metri da un lucernario mentre si trovava sulla copertura di un edificio industriale per eseguire la manutenzione di lampioncini elettrici.

Nel 2020, complici le restrizioni anti-contagio che hanno limitato la presenza, si era verificato un solo infortunio mortale in Bergamasca, mentre nel 2019 i decessi erano stati cinque. Senza contare gli innumerevoli ferimenti che si verificano quasi quotidianamente.

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