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Le reazioni

Draghi a Bergamo, un coro unanime: “La sua visita ci dà forza e speranza nella lotta al Covid”

Dal presidente della Regione Attilio Fontana ai parlamentari bergamaschi, la politica applaude il presidente del consiglio che ha scelto la nostra città per la prima giornata nazionale per le vittime del Covid.

Una mattinata intensa, emozionante, che ha scavato nel dolore che da oltre un anno Bergamo sta vivendo: la visita del Premier Mario Draghi in occasione della prima giornata nazionale per le vittime Covid è stata per la città un momento di profonda riflessione, su quello che è stata la pandemia per la nostra città, la Lombardia e tutta l’Italia.

Queste le reazioni politiche alla giornata di giovedì 18 marzo.

Attilio Fontana, presidente Regione Lombardia

Quella di oggi è una giornata molto importante: commemoriamo le vittime di questo terribile virus alle quali rivolgiamo il nostro ricordo. A loro va sempre il pensiero di tutti i lombardi. A loro, ma anche a tutti i familiari che, purtroppo, hanno subìto questi lutti. È importante che il presidente del Consiglio, Mario Draghi abbia deciso di essere oggi in Lombardia, epicentro di questa terribile pandemia. Bergamo e l’intera regione sono i territori che più hanno sofferto, che più sono stati martoriati dal Coronavirus. La Lombardia e Bergamo stanno dimostrando, e hanno dimostrato, una grande capacità di resistenza, di difesa, di grande coesione. Consapevoli delle proprie forze, stanno esprimendo la volontà di ripartire, la volontà di superare i problemi quotidiani.

Stefano Benigni, deputato bergamasco di Cambiamo! 

Il prezzo pagato da Bergamo al Covid è stato altissimo: le ferite della pandemia sono ancora vive e dolorose, ma siamo un popolo forte e sapremo riprenderci. Nella Giornata nazionale per le vittime del Covid, la presenza del premier Draghi e la vicinanza espressa da tutto il Paese sono un segnale di speranza. Come sempre, sapremo rialzare la testa.

Giovanni Malanchini, consigliere segretario Regione Lombardia

Siamo grati al Presidente del Consiglio, Mario Draghi, che ha scelto Bergamo, la città martire simbolo della pandemia, per la sua prima visita ufficiale da capo del Governo e che abbia voluto venire proprio oggi, in questa giornata piena di significato per la nostra comunità. Oggi sono doverose due preghiere: una per tutti i nostri morti, falciati dalla pandemia in questo anno tremendo appena trascorso, e un’altra di speranza, per chi è rimasto a lottare contro un virus che tanti lutti e sofferenze ha lasciato dietro di sé. Ora i bergamaschi vogliono lasciarsi alle spalle quei momenti, per tornare a guardare avanti, per tornare al lavoro e alla normalità della vita quotidiana, con la caparbietà e l’orgoglio che li contraddistingue, e questo – ne sono convinto – sarà possibile, grazie all’impegno di tutti e al forte senso di solidarietà che anima le nostre genti.

Alessandra Gallone, senatrice bergamasca di Forza Italia

Avrei voluto partecipare alle celebrazioni che si sono svolte oggi a Bergamo per le tante vittime del covid, alle quali il presidente Draghi ha reso degnamente omaggio. Non ho potuto farlo per rispetto delle norme di sicurezza, ma ero lì con il cuore. Di ogni attimo di quell’orribile mese di marzo 2020 porto negli occhi e nell’anima il ricordo commosso, immagini che mai dimenticherò. E oggi, come ogni giorno, vorrei ringraziare e mettermi al fianco di tutti coloro che in silenzio, con dignità e forza, hanno contribuito con la loro opera a curare, costruire, proteggere, accarezzare, salutare, raccogliere, donare, rassicurare, supportare, alleviare, sostenere. Ad ognuno di loro, alla mia amata gente bergamasca, vorrei esprimere tutta la mia gratitudine con l’orgoglio di appartenere e rappresentare una terra che non si arrende mai. Mola mia, Bergamo, mola mia.

Gregorio Fontana, deputato bergamasco di Forza Italia

La presenza del Presidente del Consiglio Draghi a Bergamo è un significativo segnale che conforta e sprona ad essere uniti per affrontare con successo l’emergenza sanitaria, economica e sociale. Si tratta di un riconoscimento importante per il prezzo altissimo che la terra bergamasca ha pagato e che continua ancora oggi a patire in termini sociali ed economici. Quando lo scorso luglio fu istituita la “Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia da coronavirus” in Italia avevano perso la vita circa 35 mila persone. Oggi sono quasi il triplo. Una tragedia immane, che non consente atteggiamenti e polemiche inutili e irresponsabili e deve vedere tutti responsabilmente e indistintamente impegnati a governare questa difficile situazione per uscire dal tunnel della pandemia e rilanciare il Paese.

Lara Magoni, assessore regionale Turismo, Marketing Territoriale e Moda

Dal Presidente Draghi sono arrivate parole di conforto per la nostra comunità, che più di altre ha pagato un pegno altissimo e tragico alla pandemia. Vorrei però soffermarmi sulle ultime parole dell’intervento del Premier: ‘Ricostruire senza dimenticare’. Mi auguro davvero che ora il Governo pensi seriamente e in maniera veloce alle migliaia di lavoratrici e lavoratori messi in ginocchio in questo anno di crisi, a cominciare da settori strategici come il turismo, che prima del Covid rappresentava che rappresentava il 13% del PIL e in tutta l’Italia si è compreso che non esiste commercio senza la filiera turistica. Numerose attività hanno chiuso e non riapriranno più: bisogna aiutare, con ristori immediati e sostegni concreti, a quegli operatori che con coraggio e temerarietà vogliono proseguire nel loro lavoro. Proprio per non dimenticare ciò che è stato e guardare al futuro con ottimismo. Dalle belle parole di Draghi, ora mi aspetto che si passi ai fatti. Concreti.

Elena Carnevali, Antonio Misiani e Giovanni Sanga, parlamentari PD

Gli impegni istituzionali e le ferree regole imposte dalla pandemia ci hanno impedito di essere fisicamente presenti alla significativa e commovente cerimonia nella giornata in ricordo delle vittime da Covid-19 alla presenza del Presidente del Consiglio Mario Draghi. Eravamo comunque presenti con il cuore e il pensiero e vicini a tutti i bergamaschi che con il loro carico di sofferenza hanno perso i loro cari. Volti, storie e affetti sottratti nei giorni drammatici dello scorso anno. Questa terra rappresenta l’esempio di chi non si è mai arreso, nella sua compostezza e nella capacità di farsi prossimo a partire dai professionisti sanitari, dalle istituzioni, dal volontariato. Vogliamo ringraziare il Presidente Draghi per aver condiviso con noi questa giornata nel “luogo simbolico del dolore dell’intera nazione”, per il suo abbraccio e per la costante garanzia della presenza dello Stato. Ma lo ringraziamo anche per il messaggio di fiducia e l’impegno assunto nel garantire la massima tutela delle persone più fragili e in difficoltà e per il sostegno al mondo delle imprese, del lavoro, della scuola e del sociale.

Gianna Gancia, europarlamentare Lega 

Bergamo è una città a cui mi lega un profondo legame. Ad un anno di distanza, dalla tragica notte del corteo dei mezzi militare che scortavano le bare nei cimiteri fuori città , ho molto apprezzato il gesto simbolico del Presidente Draghi di recarsi nella città simbolo della pandemia in occasione della Giornata Nazionale in memoria delle vittime del coronavirus, così come la volontà di “ricostruire senza dimenticare”. Proprio da Bergamo il nostro Paese è chiamato a ripartire. Con la forza, la tenacia e la voglia di rimboccarsi le maniche che contraddistinguono da sempre questa città e il suo popolo. Oggi la mia preghiera e il mio pensiero vanno alle settemila vite spezzate, alle loro famiglie, e a chi ancora oggi sta lottando contro il virus.

Dario Violi, consigliere regionale bergamasco del M5S

Il 18 marzo è una data simbolo, così come è simbolica l’immagine delle bare caricate nel centro della città di Bergamo. La sofferenza che abbiamo vissuto con la perdita di cari, di amici e di persone che oggi non ci sono più e che se ne sono andate da sole, mentre le famiglie se ne stavano sole in casa a vivere il proprio dolore con le ambulanze che suonavano le loro sirene ogni pochi minuti e con quel senso di abbandono e solitudine che non auguro a nessuno.  I bergamaschi hanno saputo soffrire con dignità, col silenzio e il 18 di marzo deve essere per loro e per tutti il simbolo di rinascita, di rilancio del nostro paese e di creazione di un senso di solidarietà nazionale e comunità che deve aiutarci a risolvere i nostri problemi e guardare al futuro.

Roberto Calderoli, vicepresidente leghista del Senato

Ringrazio Draghi, innanzitutto, perché ha voluto dare questo riconoscimento rispetto al dolore e alla tragedia che ha vissuto Bergamo e venendo proprio il 18 marzo. La sua presenza è stata molto importante e anche il tenore del suo intervento mi ha ricordato molto l’animo bergamasco. Di fatto, sul fronte pandemico, il governo Draghi ha cambiato sostanzialmente tutto, da Figliuolo in giù.

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