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Lo sfogo

La bergamasca Termini espulsa dal M5S: “Non potevo votare questo governo”

La trevigliese ha ricevuto la notifica nella mattinata di venerdì: "I principi e i valori del Movimento sono dentro di me, non sarà un’espulsione a cancellarli"

La deputata bergamasca Guia Termini è stata espulsa dal gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle. La notifica le è arrivata nella mattinata di venerdì 19 febbraio e non si è trattato di un fulmine a ciel sereno: la trevigliese, classe 1985, aveva negato col suo voto la fiducia al neonato governo Draghi.

Se al Senato i no sono stati 15, alla Camera è andata peggio: 16 no, 4 astenuti, ma anche 12 assenti. Un drappello di una trentina di deputati dissidenti (tra cui la bergamasca Termini) che riducono i ranghi della maggioranza contiana e che fanno rischiare un’implosione del Movimento.

“Questo Governo non è paragonabile ai due precedenti che si erano basati su un accordo politico e un dialogo – ha commentato, sfogandosi, la deputata bergamasca -. È una scatola chiusa, con dentro tecnici e partiti che hanno visioni diametralmente opposte e avranno tutti la pretesa di incidere. Se posso capire l’ottimismo di chi stava in opposizione fino ad un mese fa e la fiducia che hanno deciso di riporre su una figura molto vicina a loro, non riesco a concepirlo dalle ex forze di maggioranza, soprattutto dal Movimento che ha sempre parlato di centralità del parlamento ma ora sostiene che per difendere i propri provvedimenti si debba essere per forza al governo”.

“L’Unità nazionale su certi temi come il Recovery plan e il piano vaccini si sarebbe dovuta trovare senza far perdere a tutti più di un mese – continua Termini -, con una formula che permettesse alla maggioranza politica di poter portare avanti in parlamento anche altri temi, primo su tutti la legge sul fine vita che per ovvi motivi si arenerà, di nuovo. Non credo che il bene del Paese sia avere una maggioranza bulgara, le argomentazioni e i tentativi di rassicurarmi che ho sentito in questi giorni non sono sufficienti per me”.

“In questi anni – spiega ancora la deputata – ho sempre votato come mi è stato indicato e se da un lato sono stata fiera di alcuni traguardi raggiunti, non posso nascondere di essermi trovata in estrema difficoltà in altri casi. C’è però un limite oltre il quale ognuno di noi non può andare ed è quello che è successo a me giovedì. Ho provato inutilmente per giorni a convincermi di dover seguire l’indicazione degli iscritti ad un quesito che ritengo illusorio e che per questo non riesco a considerare vincolante”.

“La democrazia diretta dovrebbe basarsi su un’informazione consapevole, imparziale e completa, altrimenti zoppica – attacca Termini -. Non è più politica, è religione. Non mi sento più ‘grillina’ di chi ha votato sì, ma neppure meno. I principi e i valori del Movimento sono dentro di me, non sarà un’espulsione a cancellarli”.

L’espulsione (dal gruppo parlamentare, non dal Movimento) è arrivata non solo per Termini, ma anche per tutti gli altri senatori e deputati che non hanno votato la fiducia a Draghi. I “ribelli” potrebbero ora formare un nuovo gruppo: “Al momento non so se ne farò parte – commenta Termini -. Non ci ho pensato perché la mia scelta è stata strettamente personale e non mi sono confrontata con nessuno dei miei colleghi. Dipende quali sono i presupposti e gli obiettivi, ci penserò”.

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