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Giornata sindrome asperger

BergamoAiuta: progetto di inclusione sociale per ragazzi

Alcuni ragazzi con alcune fragilità, ad ora tra i 17 e 23 anni, potranno così vivere un’esperienza importante di socialità e inclusione.

Dall’inizio dell’emergenza sanitaria, il Comune di Bergamo ha messo a disposizione dei suoi cittadini BergamoAiuta che ha avuto la funzione di ancoraggio e supporto per tante persone nei momenti più difficili, un sito, dove sono state inserite tutte le misure, le informazioni, i numeri utili necessari. Presente anche un gruppo di volontari, oltre mille nella primavera 2020, che ha reso possibile affrontare ed esaudire operativamente le numerose richieste, soprattutto con la rete di BergamoxBergamo attivi nella distribuzione della spesa, dei pasti e farmaci a domicilio, delle mascherine e nella formazione digitale agli anziani.

In occasione della Giornata mondiale della Sindrome di Asperger, che ricorre il 18 febbraio, BergamoAiuta diventa anche un progetto di inclusione sociale grazie alla collaborazione tra Comune e Associazione San Paolo in Bianco, in partnership con la Cooperativa sociale SER.e N.A., che consente di inserire, nel gruppo dei volontari BergamoxBergamo, alcuni ragazzi con alcune fragilità che potranno così vivere un’esperienza importante di socialità e inclusione.

”Sono contenta di presentare quest’iniziativa alla vigilia della Giornata mondiale della Sindrome di Asperger, e di aver accolto con entusiasmo la proposta dell’Associazione San Paolo in Bianco che rappresenta certamente un’occasione per realizzare un ulteriore passo avanti verso una città sempre più inclusiva. – dichiara l’Assessora alle Politiche sociali Marcella Messina – La squadra per ora è costituita da Jacopo, Beatrice, Francesco, Pietro e Anna, cinque ragazzi dai 17 ai 23 anni non tutti con fragilità, che hanno scelto di mettere a frutto il loro percorso di autonomia già in corso in una dimensione più ampia e strutturata come quella di BergamoAiuta. Sono certa che la relazione che andrà a stabilirsi con le persone del quartiere, i commercianti, gli altri volontari sarà occasione di confronto e crescita di grande valore per tutti. Ci auguriamo, infine, che sulla scia di questa prima esperienza, molti altri ragazzi, desiderosi di vivere occasioni di socializzazione in una dimensione a loro prossima e familiare, possano scegliere questa stessa importante opportunità. Noi li aspettiamo.”

La nuova squadra di volontari, che comprende ragazzi con fragilità e non, offre già da qualche giorno servizi di prossimità nei quartieri di San Paolo, Loreto, Sant’Alessandro, San Lucia e San Tommaso in stretto collegamento con BergamoAiuta.

Con il supporto di alcuni operatori della Cooperativa Sociale SER. e. N.A, i ragazzi si stanno formando per svolgere al meglio alcune commissioni pratiche per i cittadini che ne faranno richiesta: consegna della spesa e dei pasti a domicilio; consegna di mascherine; svolgimento di alcune pratiche postali; distribuzione del bollettino della parrocchia di San Paolo Apostolo.
I negozianti e i singoli cittadini che lo richiedono potranno contare su questo servizio nei giorni di lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 17:00 alle 19:00.

“La mission dell’Associazione di San Paolo in Bianco è quella di realizzare socialità e inclusione tra ragazzi attraverso lo sport o altre esperienze di vita, cercando di costruire rapporti solidi ed importanti. – racconta Silvia Galimberti, Presidente dell’Associazione e mamma di Jacopo – Ci colleghiamo al progetto di vita dei ragazzi autistici a noi associati elaborando iniziative significative per la comunità. Negli anni le attività realizzate hanno riguardato l’ambito strettamente sportivo, in particolare lo snowboard, ma successivamente si sono estese includendo canto, teatro, insieme alle classi terze medie dell’Istituto comprensivo Savoia, letture in biblioteca, incontri con l’autore e molto altro.”
“Questo progetto con BergamoAiuta amplia un percorso di autonomia già in atto per questi ragazzi che potranno così sperimentare ed esercitare in modo utile per se stessi e per la comunità a cui appartengono e a cui sono molto legati, la loro preziosa esperienza formativa nel quotidiano.” Conclude Silvia Galimberti

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