Con l’Atalanta e il maestro Cesare Prandelli ha vinto tutto, a livello giovanile e Marcello Lippi l’ha fatto esordire in Serie A ad appena 17 anni, con la maglia nerazzurra. Poi alla Juve ha vinto cinque scudetti, ma Alessio Tacchinardi conosce bene la Champions, lui che l’ha vinta con la Juventus nel 1996 ed è arrivato in semifinale col Villarreal nel 2006. E chi meglio di lui può dirci di Zinedine Zidane, suo compagno alla Juve dal 1996 al 2001, poi vincitore di tre Champions col Real Madrid nel 2016-17 e 18. Tacchinardi, che ora commenta la Champions in tv per Mediaset, spinge l’Atalanta verso la grande impresa. Sentiamolo.
Tacchinardi, cosa significa trovare il Real Madrid, per l’Atalanta? E’ missione impossibile? “Due anni fa avrei detto questo. Ma oggi non è più così: ci sono valori diversi, le squadre spagnole hanno caratteristiche non più di grande intensità, giocano molto sul palleggio e quindi oggi direi che siamo 50 e 50, facciamo pure 55 per cento al Real per la storia. Però non vedo un Real devastante e al di là del fatto che l’Atalanta non abbia niente da perdere, non la vedo come una mission impossible. Se l’Atalanta fisicamente c’è, se la gioca”.
Quindi il segreto qual è? “Il segreto è giocare da Atalanta, con l’intensità che sa mettere la squadra di Gasperini. Certo non basta una partita perfetta, ce ne vogliono due. E poi vorrei dire un’altra cosa”.
Cioè? “Bisogna arrivare a questa sfida senza pensare troppo al campionato, questo è un appuntamento con la storia e penso, sono sicuro che Gasperini lo sta già preparando, come ha detto nel dopopartita di Cagliari già dall’inizio di questa settimana presentando domenica non la formazione titolare. Perché per il campionato c’è ancora tempo e non vorrei che poi si pensasse: è andata male perché eravamo stanchi per la partita di domenica. Credo che l’esempio della partita col Psg sia ancora nella memoria dei nerazzurri, se resti negli ultimi minuti senza benzina contro quelle squadre poi la paghi, a quei livelli ti spaccano”.
Non bisogna guardare tanto alle assenze del Real? Sergio Ramos, Marcelo, Hazard… e altri ancora. “Sono un’opportunità. Vero che Hazard viene da una stagione fallimentare, però chi gioca al suo posto non sprizza salute. Sergio Ramos? Ricordiamoci che oltre a essere un pilastro della difesa ha fatto anche cento gol, tanta roba… Insomma, il nome Real è una cosa, il campo è un’altra e secondo me questo è il momento migliore per affrontare il Real: mi aspetto un’Atalanta che gestisca al meglio questa settimana e poi si presenti al massimo contro i blancos. Pensate anche alla visibilità che ti dà una partita come questa, il Real Madrid lo guardano in tutto il mondo e perciò è grande motivo di orgoglio poterlo sfidare. Per questo io, ripeto, tralascerei il campionato e mi concentrerei tutto sulla Champions”.
Il confronto Gasp-Zidane? “Due filosofie diverse, Zidane ormai è diventato molto concreto, oggi è un super tecnico anche per la gestione del gruppo. Ma penso che Gasperini possa mettere in grande difficoltà Zidane, un po’ come trovare un Liverpool che non sta benissimo. E guardate che il Real è molto spaventato, perché se trovasse una squadra con ritmi lenti sarebbe più tranquillo, ma l’Atalanta sul campo è diversa da quella che vedi in televisione, un conto è studiarla lì, un altro è affrontarla sul campo”.
Ilicic, Muriel: chi potrebbe risolvere, o bisogna puntare su tutta la squadra? “L’Atalanta deve essere al massimo, poi Ilicic, Muriel o Zapata hanno bisogno della spinta della squadra, sono giocatori forti e con l’intensità che sa proporre l’Atalanta questi giocatori possono mettere in grande difficoltà una squadra senza uno come Sergio Ramos, un’assenza molto pesante. Penso anche alla consacrazione di Pessina. Vero che sono partite da dentro-fuori e quindi la pressione è molto più forte, però qui devi diventare grande e se vuoi diventare un top è un piacere giocare partite con avversari di questo spessore. Pessina mi piace, il ragazzo dalla faccia pulita, parla poco e pedala come voi bergamaschi. Mi auguro che sia la sua partita”.
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