Avrebbe compiuto 24 anni oggi Bara Thiam, il giovane senegalese morto quattro anni fa in un burrone di Ubiale Clanezzo, in circostanze ancora poco chiare.
In attesa di fare luce su quanto accaduto quella sera del 22 luglio 2017 dopo la Ubiale Power Sound Festival, con tre persone a processo, un’amica del ragazzo, Iride Pellegrinelli, ha scritto una lettera in occasione del suo compleanno:
Lascia che ti sveli un segreto… dietro ogni grande storia c’é sempre un bambino.
Tu che bambino eri? Sai mi ricordo di te, ma ero bambina anche io, ho i ricordi confusi.
Chissà che hai pensato, quando la tua mamma e il papà ti han detto che saresti dovuto partire: “Ma dove andiamo? È un posto bello? Fa caldo o fa freddo? I bambini saranno come me? Sapranno già giocare a calcio o dovrò insegnarglielo?”
Tanto caldo non faceva, i bambini erano brutti, tutti bianchi e cosa peggiore, parlavano una lingua tutta strana. Ma dove eri capitato? E tu che speravi che fosse un posto bello…
” Don, Don Mauro ma perché quel bambino scuro sta sempre seduto e non parla con nessuno?”
“Viene da molto lontano, deve avere il tempo per conoscere un posto nuovo”
“E se lo glielo diamo noi il tempo?”
“E come fareste?”
“Non lo so magari c’é qualcosa che gli piace… Ma come si chiama?”
“lo chiamano Bara..”
“Bara? Ma che nome eh? Non porta mica bene…”
“Su Iride, devi stare a discutere su ogni cosa?”
Beh forse chissà anche se aveva un brutto nome, poteva essere simpatico.
Oh, avevo detto la mamma che non volevo uscire. E invece eccomi qui in questo strano posto, pieno di questi bambini brutti e bianchi.
Oh no. Si avvicinano, cosa vorranno da me? Chissà come mai Dio non li ha colorati. Magari aveva finito la pittura.
‘Ciao, io mi chiamo Martina, lui Michele, lei Iride e lui Lorenzo.’
E adesso come glielo dico che la loro lingua non la capisco.
“Stiamo giocando a calcio. Vuoi venire con noi?”
Calcio, ma allora c’é qualcosa di normale in questo paese strambo, vi faccio vedere io. Vedi, quello che non sapevi e che non sapevo nemmeno io, è che avresti imparato ad amare quel paese strambo.
E quello stesso paese, una quindicina d’anni dopo al tuo arrivo, ha dato il suo grande contributo per permettere ai tuoi genitori di portarti a casa.
Ognuno aveva una storia su di te, lo sai chi l’ha dato il colpo di grazia ? Il tuo allenatore di calcio alle elementari, che si é avvicinato commosso e dalle tasche ha tolto la tua figurina di quando avevi 7 anni.
Ma andiamo per ordine,
La scuola non era il tuo mestiere, la cosa che amavi di più era l’intervallo
La tua risata era una costante nella nostra vita quotidiana
Amavi la musica
Di errori nei hai fatti
Avresti voluto fare l’elettricista
Avresti voluto essere papà di una bambina
Avresti dovuto avere l’opportunità di crescere, sbagliare, piangere e ridere
E oggi, nel giorno del tuo compleanno, ti voglio ricordare così, voglio ricordare quel bambino e quella storia.
Perché dietro una grande storia c’é sempre un bambino, e dietro quel bambino ci sono gli sbagli , la spensieratezza, i pregiudizi, l’amore, l’odio.
Dietro qual bambino ci siamo tutti.
Tanti auguri amico mio.
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