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Atalanta show, un’altra notte magica. Con Gasperini seconda finale in tre anni fotogallery

Coppa Italia: Dea spettacolo e gol. In copertina Pessina calciatore e studente modello e Zapata, terzo bomber della storia (raggiunto Gomez)

Zapata fa l’apripista, Pessina mette il sigillo a un’altra notte magica: l’Atalanta centra la seconda finale di Coppa Italia in tre anni, dimostrando una volta di più una maturità da grande squadra.

Quando c’è un grande appuntamento, i Gaspboys non falliscono e non si fanno tradire dall’emozione, che si chiami Anfield, la tana del Liverpool, il palcoscenico dove recitare il calcio spettacolo della Dea o Amsterdam, la casa dell‘Ajax. Sono passati appena due mesi da quella storica impresa, ma prima ancora c’è stata la doppia sfida col Valencia, alla Scala del calcio e in Spagna e…e naturalmente c’è il Gewiss Stadium, ora teatro di altre imprese da ricordare. Senza pubblico, che peccato, anche se i tifosi fanno sentire la loro presenza scortando la squadra da Zingonia allo stadio. Vicini, sempre.

Ecco, la scintilla scatta già dal prepartita e continua dai primi tocchi, con i nostri più determinati, più aggressivi, più carichi. Sono loro che ringhiano molto più del Napoli di Gattuso, consapevoli di potersi prendere la finale, dopo quello che di buono già avevano fatto al “Maradona”, dove era mancato solo il gol per coronare il pressing asfissiante dei nerazzurri. Che stavolta diventano quasi ragionieri, o meglio indossano i panni della grande squadra che sa anche amministrare il risultato, dopo i due colpi in sette minuti che potrebbero già mandare ko il Napoli.

Naturalmente molti pensano: eh no, aspetta il secondo tempo perché con l’Atalanta non si sa mai…e la lezione del Torino è troppo vicina per non toccare ferro.

Ma intanto nel primo tempo la porta di Gollini resta imbattuta e anche quando Lozano sembra riaprire la partita, in realtà è ancora l’Atalanta che va più vicina al gol fino a ottenerlo di nuovo con il ragazzo dalla faccia pulita, lui che alla domanda se non sentiva il peso della maglia quando ha preso il posto di Gomez, allora Pessina risponde che “Gomez è insostituibile, abbiamo giocato anche insieme e in ruoli diversi. Io sono una mezzala, un centrocampista offensivo: faccio quello che mi chiede il mister e poi cercherò di meritarmi la Nazionale, dipende da me”.

Uno che usa i congiuntivi al posto giusto, studia Economia all’Università Luiss di Roma, non ha la playstation ma ama cucinare e anche il balletto, la sorella Carlotta è ballerina di danza classica. E bisogna riconoscere il fiuto degli uomini mercato dell’Atalanta che nel 2017 l’hanno portato a Bergamo prelevandolo dal Milan nell’affare Conti. Ora Pessina è il trequartista più affidabile e efficace nella scacchiera nerazzurra, dietro alle punte è lui il riferimento indispensabile, Gasp lo telecomanda urlando continuamente “Matteo, Matteo” e Pessina è bravissimo a essere, insieme, centrocampista e trequartista. Ecco perché anche la coppia di ferro Freuler-De Roon funziona a meraviglia e meglio, con lui vicino e davanti. Molto bene anche la difesa e Gollini, che evita il secondo gol prima del 3-1.

Atalanta-Napoli

L’altro uomo copertina della notte magica è Zapata, che a Bergamo non segnava dal 6 gennaio (3-0 al Parma), ma aveva fatto gol anche al Milan. Qualche blackout, dopo, tipico di qualsiasi attaccante: lui, Duvan, non molla mai, è un caterpillar e non fa gol solo perché ha di fronte la sua ex squadra che spesso castiga. Zapata è al 12° gol stagionale (8 in campionato, 3 in Champions) e con 59 gol (e 26 assist, due anche contro il Napoli!) raggiunge il Papu Gomez nella classifica assoluta dei bomber, entrambi terzi dietro a Doni (112) e Cominelli (65).

Ma alla regia della notte magica c’è il signor Gasperini che da anni sta regalando il più bel calcio a Bergamo e anche (senza esagerazioni) in Italia. Con una squadra solida, che gioca bene e fa tanti gol e sono già 67 in 33 partite (21 di campionato, 8 di Champions e 4 di Coppa Italia). Vero che devono arrivare gli appuntamenti più attesi: le due sfide col Real Madrid (la prima il 24 febbraio a Bergamo), la finale di Coppa Italia e, prima, una classifica di A da scalare. Ma questa Atalanta non finisce mai…

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