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Lo sguardo di beppe

Irresponsabile giocare con la politica e lasciare un Paese senza governo

Sono convinto che il popolo italiano, pur avendo uno stomaco di ferro, abbia mal digerito la mossa di Renzi e abbia compreso quali sono le caratteristiche principali di questo attore, abilissimo nell’interpretare il machiavellismo

Comunque finisca la crisi volutamente premeditata e provocata da Matteo Renzi, i fatti accaduti in questi giorni hanno dimostrato quanto possa essere distruttivo il delirio di onnipotenza di un personaggio al cui seguito, marcia compatto uno sparuto numero di persone incapaci di vedere nel loro capo la presunzione che ne è la principale caratteristica.

Dopo aver tentato di far fuori il PD, convinto che un buon numero di parlamentari l’avrebbe seguito, dopo la sconfitta nel referendum da lui proposto e la promessa di sparire dall’ambito politico, subito disattesa, l’oblio aveva parzialmente steso il suo mantello sul personaggio. Ma il conferenziere internazionale senza la conoscenza di una lingua straniera se non in modo maccheronico, ha dato scacco matto al governo, perché la mossa, apparentemente vincente secondo la sua lettura, lo avrebbe potuto riportare alla ribalta del circo mediatico politico.

Sono convinto che il popolo italiano, pur avendo uno stomaco di ferro, abbia mal digerito la mossa ed abbia compreso quali sono le caratteristiche principali di questo attore, abilissimo nell’interpretare il machiavellismo, corrente che da sempre ha suscitato perplessità in tutti coloro che ritengono basilare la correttezza dei rapporti.

Il suo avvicinarsi al parlamento con le mani in tasca, fischiettando con l’aria di chi esprime sicurezza assoluta e strafottenza, ci dà il ritratto della personalità che contraddistingue l’uomo.

Ma certamente, non ha la statura del principe machiavelliano bensì quella di una persona gonfia di sé, con al seguito servitori fedeli disposti ad “andargli dietro, contenti di dover annegare”, come recita la bellissima canzone di Roberto Vecchioni, Alessandro e il mare.

L’Italia, scossa dalla pandemia e da tutti i problemi che questo virus trascina con sé in aggiunta a quelli ereditati dal passato, non aveva proprio bisogno di una gaglioffata di questo genere, tesa a dar luce ad un personaggio che si è dimostrato capace di stringere la mano a colui che in un passato recente, aveva deciso di far fuori, verbo poco fine ma indicativo dell’azione di basso profilo.
La storia ci ha insegnato che i portatori del cromosoma comportamentale come quello descritto, non possono cambiare indole. La loro natura li spinge verso orizzonti simili allo scenario che in questi giorni si è visto e che certamente è poco apprezzato da tanta parte degli italiani, indipendentemente dal colore del partito di appartenenza.

Non han brillato, certamente, nemmeno coloro che pur definendolo “inaffidabile” gli hanno permesso, di sedere al tavolo delle trattative, probabilmente (?) coscienti che a nulla sarebbe valso discutere con il Tosco. Il piano che aveva in testa, facile da intuire, si è palesato senza lasciare dubbi interpretativi.

Non vorrei essere nei panni del Presidente Sergio Mattarella in questi giorni, proprio no. Ma vedete com’è la vita delle persone prive di scrupoli? Insensibili a tutto quanto li circonda, coloro che sono affetti da questa patologia attuano i loro disegni senza la benché minima preoccupazione delle difficoltà in cui mettono la nazione. Il Virus? La situazione economica? Il MES e i duecento e rotti miliardi del recovery fund che l’Europa ci dà? Tutti argomenti sui quali erano chiare le posizioni divergenti dei suoi interlocutori. Quindi, perché perdere tempo nel tentativo di dettare e di far accettare le proprie regole del gioco?

Ma non basta. Il Tosco non conosce limiti nel tentare di portare le situazioni là dove solo chi è afflitto da seri problemi come lui, può pensare di arrivare. Avrebbe voluto suggerire anche i nomi dei componenti il nuovo ipotetico governo. Tutto questo non fa altro che confermare che il sedersi al tavolo delle trattative non è stato altro se non il pretesto per potersi scagionare, attribuendo la responsabilità della rottura agli altri commensali.

Inutile dilungarsi nel sottolineare i colori stonati di questo brutto quadro che ci conferma l’indole inaffidabile del personaggio.

Intendiamoci, non è che gli altri commensali abbiano dato prova di essere astri che brillano nel firmamento delle competenze. Ma è certo che lasciare una nazione senza governo in un frangente come questo, avendo deciso a priori la linea del rifiuto di qualsiasi compromesso, è da irresponsabili. Non sempre essere subdoli porta alla vittoria definitiva nelle contese. In questo caso Renzi ha dato chiara prova del disinteresse che nutre nei confronti della nazione, perché ha riconfermato il pensiero secondo il quale non esiste soluzione differente da quella da lui imposta.

E le spese le pagheremo ancora noi tutti, cittadini che non bazzicano tra i palazzi dove qualcuno gioca a dadi la sorte della nazione, sacrificandola al proprio disegno di un presunto recupero di visibilità. Passare da protagonista a bersaglio, però, è questione di un attimo. E Renzi ha scelto di essere il bersaglio della rabbia di tutti quei cittadini che, a qualunque partito appartengano, non hanno apprezzato la replica di un atteggiamento facile da leggere anche a chi non è un osservatore abituale del mondo politico.

Mario Draghi? Ottima scelta. Ma qualcuno sta già mettendo i presupposti perché anche questo tentativo di fare un governo di alto profilo fallisca. E questa volta non si tratta di Renzi. Poi, che significa un governo di alto profilo? Forse serve solo un governo in grado di farci uscire dalla fanghiglia nella quale siamo immersi a causa di una classe politica non all’altezza dei tempi, generalista e incapace di prescindere dal consenso nell’adozione di provvedimenti utili alla nazione bensì al partito di appartenenza.

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