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Pnsix e km rosso

Bergamo, colpita dal Covid, apripista del progetto delle città che si riorganizzano

Alla base l’assunto che non esistono città intelligenti, ma esistono invece città adattive in cui la tecnologia consente alle città di diventare un’interfaccia che muta in base alle esigenze dei singoli cittadini utenti.

Riorganizzare le città e dotarle di un nuovo ruolo e significato, coniugando la cultura dell’innovazione con i bisogni reali e concreti dei cittadini, acuiti dopo l’esperienza della pandemia.

Ecco cosa tratta il white paper “Adaptive cities. User Centered Approach, Contextual Design e Innovation Management per l’evoluzione della città” appena pubblicato dal gruppo bergamasco Pnsix – studio di service design e innovation management che promuove il concetto di adaptive city – in collaborazione con il parco scientifico Kilometro Rosso e con il patrocinio del Comune di Bergamo.

Il lavoro di ricerca è opera di Rodolfo Pinto, Francesca Cosenza, Peppe Sirchia con il contributo di Giacomo Angeloni, Salvatore Majorana, Emma Taveri e Giada Abbiati.

Il documento parte dall’assunto che non esistono città intelligenti, per quanto il concetto sia inflazionato, ma esistono invece città adattive in cui la tecnologia consente alle città di diventare un’interfaccia che muta in base alle esigenze dei singoli cittadini utenti.

La pandemia, che stiamo ancora vivendo e che ha sferzato l’Italia con particolare intensità, ha reso ancora più chiaro e cristallino come l’innovazione sia vitale allo sviluppo del Paese, ma anche come le soluzioni proposte nella maggioranza dei casi siano ancora calate dall’alto, senza un vero riscontro sul territorio e sui bisogni concreti dei cittadini, portando così le strategie elaborate al fallimento.

Il lavoro di ricerca assume ulteriore importanza nel terreno in cui si è sviluppato: Bergamo è stata il territorio più duramente colpito dalla pandemia, ma questo non ha comportato l’archiviazione delle nuove idee di sviluppo e ne ha, anzi, mostrato la vitalità e l’importanza, sempre più urgente.

Pnsix propone allora una visione alternativa di smart city e un metodo di gestione e sviluppo per liberare energie e potenziale, anche alla luce della situazione globale di incertezza e recessione: le città sono il luogo migliore in cui far combaciare lotta al cambiamento climatico e ripresa economica e del lavoro; dobbiamo ritagliare loro un ruolo centrale per l’Italia, terra di mille campanili, così ricca di talenti territoriali.

La città da cui parte la sfida è –non casualmente – Bergamo: il documento sulle Città Adattive rappresenta un tassello ulteriore della visione di rilancio di una città (visione contenuta nel piano dell’Amministrazione Bergamo2020, strategia di adattamento e rilancio) che si candida a simbolo della ricostruzione e della rinascita dopo il periodo dell’emergenza Covid19.

“I bisogni dei cittadini post pandemia sono cambiati e, da questo, anche le città devono cambiare ed essere ripensate e strutturate in base a ciò di cui hanno bisogno i cittadini – spiega Rodolfo Pinto, amministratore delegato di Pnsix – Crediamo profondamente che un’innovazione di stampo umanista, non fine a sé stessa, possa liberare energie e abilitare i talenti delle persone; iI luogo in cui questo cambio di passo può avvenire sono senza dubbio le città. Le città intelligenti secondo noi non esistono, esistono invece città adattive che danno la scintilla alle intelligenze dei cittadini e delle imprese. Con il nostro White Paper, arricchito da collaborazioni che ci inorgogliscono, vogliamo indicare una visione e delle strategie per trasportare le città nel futuro.”

Il progetto è sostenuto dall’assessore all’innovazione e Presidente di Bergamo Smart City, Giacomo Angeloni da sempre sensibile al tema, che dichiara: “Per il Comune di Bergamo questo progetto è un vero e proprio Manifesto di quello che vogliamo realizzare. Rendere una città adattiva è un grande cambio di paradigma e alla base c’è il Comune che si apre ai cittadini, che va incontro ai suoi bisogni e che crea una città a sua misura. A partire dal decentramento dei servizi e la realizzazione di quella che ormai chiamiamo ‘città in 15 minuti’ che ormai stiamo sempre più concretizzando “.

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