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Atalanta, pressing contro un muro, ma è la strada giusta per la finale fotogallery

I Gaspboys (in questa stagione 61 reti in 29 partite) padroni del gioco, manca il gol che servirà al ritorno

Se Napoli-Atalanta fosse stato un film di Aurelio de Laurentiis, probabilmente in tanti dopo un’ora avrebbero abbandonato la sala cinematografica. O i milioni di spettatori collegati in diretta tv, dal Sudamerica all’Australia, magari avranno cambiato canale.

Ma chi capisce di calcio ha applaudito una sola squadra, l’Atalanta padrona del gioco dal primo all’ultimo minuto.

Purtroppo ai punti non si vince e hai voglia di considerare lo 0-0 il risultato perfetto, come piaceva a Gianni Brera. Erano altri tempi e il meccanismo della Coppa Italia dice che bisogna rimandare il verdetto al ritorno, mercoledì 10 febbraio al Gewiss Stadium: dove i nerazzurri dovranno vincere per forza (un pareggio con gol qualificherebbe i partenopei), ma sarebbe una beffa se non accadesse, giocando come hanno fatto al “Maradona”.

L’Atalanta vede la finale? Si può dire sì, per quello che si è visto a Napoli, su quel campo dove a metà ottobre i Gaspboys avevano subito la peggior sconfitta stagionale, quattro gol tutti nel primo tempo.

E invece da subito i nostri hanno piantato le tende nella metà campo del Napoli e non se ne sono più andati: la squadra di Gattuso costretta a fare muro come il Genoa (ultimo 0-0 nerazzurro in casa) ma anche peggio dello Spezia (ultimo 0-0 fuori), che almeno aveva provato a giocare.

Certo, se si è vista in campo solo l’Atalanta è merito del suo pressing asfissiante, che ha tolto ossigeno agli avversari. E infatti Pessina e Muriel a venti minuti dalla fine sono usciti stremati: Gasperini ha cercato il colpo di bacchetta magica di Ilicic, ma in una metà campo tanto intasata non era facile trovare spazio e inventare il gol.

Il mister ha preso tutti in contropiede schierando la coppia Muriel-Zapata che qualsiasi tifoso vorrebbe dall’inizio, tenendo i due bomber colombiani larghi per favorire l’inserimento a sorpresa dei centrocampisti e dei difensori. E infatti le palle gol sono capitate a Pessina, Freuler, a Toloi che imperversava verso l’area napoletana, allo stesso Muriel che purtroppo stavolta è scivolato al momento di concludere. O Zapata che non ha ben agganciato un cross di Muriel.

Ma in una partita a senso unico, in cui il migliore in campo è il portiere Ospina (Gollini senza voto) e capisci che la sua squadra tira allo 0-0, non è facile fare gol. Col Milan è andata diversamente, ma a loro mancava Romagnoli, mentre Koulibaly arrivava ovunque a recuperare palloni anche quando sembrava spacciato. Prima su Muriel, poi su Ilicic.

Certo lo 0-0 finale fa a pugni con altri numeri: 19 a 9 i tiri per l’Atalanta (in porta 6 a 2), 9 a 1 le occasioni da gol. La fotografia del dominio atalantino? Quante volte i nerazzurri hanno toccato la palla nell’area avversaria: 28 contro le 6 del Napoli… Da non credere.

Peccato che al ritorno non ci sia Romero, un mastino incredibile e gli darà il cambio Palomino che rientra dalla squalifica.

Comunque l’Atalanta ha dimostrato che il ko con la Lazio è stato un incidente di percorso: poche squadre dominano il gioco come l’orchestra del Gasp, poi si fa presto a parlare di delusione se manca l’acuto. Ma si parla finora di 61 gol in 30 partite tra campionato, Champions e Coppa Italia, quindi almeno due a partita.

Col Napoli al ritorno e domenica 21 febbraio in campionato di nuovo a Bergamo ci sarà ancora da soffrire, ma l’Atalanta l’ha fatto anche in dieci contro la Lazio e vi ricordate com’è finita…

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