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L'intervista

Il procuratore Gratteri ai giovani: “Studiate, la cultura serve a capire il mondo”

Nel primo incontro del ciclo di interviste “Vite dedicate” il noto magistrato ha parlato a 5 studenti di diversi istituti della Bergamasca

“La mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine”.

Ne era convito Giovanni Falcone che, nonostante i numerosi rischi a cui sarebbe andato incontro, non ha mai smesso di combattere la criminalità organizzata attraverso le diverse sfaccettature con cui si presenta.

Per vincere questo fenomeno criminale che colpisce il nostro paese da ormai oltre un secolo è fondamentale partire dai giovani e insegnare loro la cultura della legalità.

Un esempio è quello offerto da Nicola Gratteri, Procuratore della Repubblica di Catanzaro e ospite del primo appuntamento di incontri “Vite dedicate – gli studenti incontrano i testimoni della Memoria e dell’Impegno Civile”.

L’evento, organizzato dal Centro di promozione della legalità (CPL) per la provincia di Bergamo (con l’Istituto superiore “Giulio Natta” come capofila) e dall’Ufficio Scolastico Territoriale in collaborazione con il Comune di Bergamo, ha visto l’adesione di settantasette classi di venti istituti superiori che hanno deciso di offrire ai propri studenti l’opportunità di conoscere direttamente la testimonianza di chi combatte una guerra divenuta ancor più aspra con l’avvento del Coronavirus.

Dopo anni di servizi e di impegni nello Stato e per lo Stato, il procuratore Gratteri ha tenuto a specificare quali dovrebbero essere gli atteggiamenti di un giovane per dare senso alla sua vita.

“La cosa fondamentale è essere onesti, rispettare il prossimo e rispettare gli altri. Cosa deve fare un giovane? Deve studiare e stare in casa anche quando finirà il lockdown. Per ora dovete studiare, non solo per poter vincere un concorso o per fare una professione, ma anche perché la cultura serve a capire il mondo degli adulti e non solo”.

L’intervista dei ragazzi si apre con una domanda in merito al rapporto fondamentale che i mass media hanno riguardo alla sensibilizzazione e all’informazione sulle organizzazioni mafiose e di come questo dovrebbe essere utilizzato dalle persone.

“L’informazione è fondamentale ed importante, serve a far capire alla gente che anche se c’è la mafia, loro, ci siamo anche noi che cerchiamo con il nostro lavoro di contrastarli. L’informazione dovrebbe spiegare alla gente che si possono fidare, che possono denunciare. Parlare dei nostri lavori non deve essere fatto per un atto di vanità, non ne abbiamo bisogno, però è importante che la gente abbia una corretta informazione in modo tale che si faccia un calcolo per capire se gli conviene continuare ad essere usurato anziché denunciare”

Nonostante le problematiche incontrate nel corso degli anni, la lotta alla criminalità organizzata potrebbe trovare un fondamentale alleato nelle nuove generazioni.

Conoscendo i numerosi volti dietro cui la mafia si maschera, i ragazzi avranno infatti modo di non offrirle ulteriori opportunità di agire, restringendo così il suo campo d’azione.

“Le file delle mafie e delle organizzazioni criminali si allargano per gli ignoranti – conclude Gratteri -. Sono gli ignoranti, gli stolti e gli stupidi che abbracciano l’idea che facendo parte di un’organizzazione criminale sono più forti e hanno maggiore rispetto e riescono a diventare ricchi. Il mio sogno è che le scuole riaprano il prima possibile. Sono la cosa più importante per combattere la mafia”.

Per vedere l’intera intervista completa di seguito il link: https://www.facebook.com/58071368211/posts/10158190534788212/?d=n

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