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Il punto

Covid, la situazione a Bergamo: 43 casi ogni 100mila abitanti, somministrati 20.586 vaccini

Il report del consueto appuntamento di fine settimana tra Ats e sindaci della Bergamasca: leggero rallentamento delle somministrazioni nell'ultima settimana a causa dei problemi di approvvigionamento di Pfizer

“La situazione delle ultime quattro settimane vede la curva in fase di decremento progressivo. Il tasso di incidenza settimanale è 43 casi per 100.000 abitanti”: così il dottor Alberto Zucchi, direttore del Servizio Epidemiologico Aziendale di Ats Bergamo ha aggiornato, venerdì 29 gennaio, i sindaci nel consueto appuntamento di fine settimana.

“Il rapporto settimanale positivi/tampone molecolare diagnostico è a 4,8; considerando anche i test rapidi l’indicatore scende al 4% – ha continuato – Gli attualmente positivi al 25 gennaio sono 1.352 soggetti. L’unico territorio critico è quello di Grumello a causa di una serie di focolai intra-famigliari. L’attività di ricovero e di terapia intensiva è in costanza di decremento”.

“Si è svolto un incontro con l’assessore al Welfare Letizia Moratti sulla campagna antiCovid – ha spiegato Marcella Messina, presidente del consiglio di Rappresentanza dei sindaci – . La gestione è a due livelli: uno regionale con un gruppo di lavoro per le linee guida comuni ed è stata chiesta ai Comuni una propria rappresentanza. C’è poi l’azione locale legata alla gestione programmatoria e operativa nella nostra provincia con un ruolo centrale di ATS e della conferenza dei Sindaci nonché degli Ambiti e dei Distretti. I Comuni saranno maggiormente coinvolti nella seconda fase di vaccinazione massiva alla popolazione”.

Al direttore generale di Ats Bergamo Massimo Giupponi il compito di aggiornare i presenti sul piano di governo delle liste di attesa: “Entro lunedì ATS Bergamo lo definiremo per le attività ambulatoriali e i ricoveri negli ospedali pubblici e privati. Su questo piano le tre ASST dovranno presentare i rispettivi piani gestionali entro la fine di febbraio, un lavoro che riguarda anche il privato accreditato. Abbiamo proposto a tutte le strutture di mettere a punto un piano di miglioramento che tenga conto da un lato della importante riduzione delle attività avvenuta nel 2020 (-30% in media) e, dall’altro, di alcuni importanti richieste dalle associazioni degli utenti delle diverse patologie. Il documento andrà lunedì in Regione Lombardia”.

Arrigo Paciello, direttore del settore farmaceutico di Ats Bergamo e della campagna Covid ha tracciato il bilancio di quanto fatto finora: 34.030 i vaccini arrivati e 20.586 somministrati (1.734 delle quali già per il richiamo). Il 14 febbraio è prevista la consegna di altre 12.870 dosi.

“Nell’ultima settimana c’è stata un’importante riduzione delle somministrazioni delle prime dosi di vaccino a causa dei problemi di approvvigionamento da parte di Pfizer, che ha generato una cautela da parte degli enti erogatori che hanno ridotto le somministrazioni per cercare di fare una scorta finalizzata a garantire le seconde dosi entro i 21 giorni – ha sottolineato Paciello -. L’Agenzia Europea dei Farmaci ha oggi specificato che la seconda somministrazione deve essere fatta al 21esimo giorno, senza alcuna flessibilità. Ieri è arrivato il programma delle consegne: le seconde somministrazioni avverranno nei tempi previsti. I vaccini Moderna permetteranno la vaccinazione di nuovi soggetti. ATS Bergamo ha scritto ieri alle tre ASST perché riprendano con le prime dosi, dando priorità alle RSA e agli ospedali privati. Ad oggi abbiamo 20.586 somministrazioni tra prima e seconda dose su 34.030 dosi arrivate (13.000 in giacenza per la seconda dose). Per chiudere la prima fase dobbiamo arrivare a 61.000 somministrazioni su poco più di 30.000 soggetti. La fase 1A della campagna proseguirà quindi tra febbraio e marzo. A inizio marzo ci sarà l’estensione alla fase 1B con il mondo della disabilità, i liberi professionisti della sanità e le categorie appartenenti ai servizi essenziali. Si spera di partire con gli over 80 già a marzo (ma sarà da verificare sulla base del programma delle dosi di marzo). Dipenderà molto anche dalla disponibilità del vaccino AstraZeneca che, dal punto di vista della catena del freddo, è meno complesso. Ma anche questo vaccino è multidose, quindi poco gestibile sulle somministrazioni domiciliari: una volta perforati i contenitori, i vaccini devono essere somministrati entro sei ore. Stiamo mappando i pazienti allettati per cercare di delineare una logistica che permetta di vaccinare nel giro di sei ore. Un problema sarà anche trovare sedi grosse per vaccinare il grosso della popolazione”. 

 

 

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