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L'analisi

Fondo di solidarietà per l’artigianato: a Bergamo mancano più di 3 milioni

Da marzo stanziati fondi per 22mila lavoratori. Danilo Mazzola: “Interventi per allontanare la scadenza del blocco licenziamenti”

Nel corso del 2020 funestato dall’epidemia da Covid 19, il FSBA (Fondo di solidarietà bilaterale per l’artigianato) ha distribuito ingenti somme per sostenere aziende messe in crisi dall’emergenza sanitaria e i loro lavoratori. A livello nazionale quasi 750mila addetti per oltre 200mila aziende e quasi 2 miliardi di euro distribuiti. Bergamo, epicentro della crisi nella prima ondata, ha visto coinvolte 5447 aziende con 22.123 dipendenti.

Da marzo a oggi il fabbisogno per la nostra provincia è stato di quasi 55 milioni di euro. Di questi, sono stati già erogati 51,5 milioni, mentre 3,3 milioni euro attendono ancora di raggiungere i
beneficiari individuati e presenti in quasi tutti i settori economici e produttivi della provincia: la metalmeccanica fa la parte del leone, ma anche edilizia, legno, alimentari e abbigliamento
contano il maggior numero di aziende e lavoratori coinvolti. Questi segmenti merceologici rappresentano il 66% del totale di aziende coinvolte e il 71% di addetti.

“Lo sforzo organizzativo messo in atto da FSBA in questi mesi è stato enorme – dice Danilo Mazzola, segretario provinciale Cisl -. Bergamo ha vissuto la fase più complicata tra marzo e agosto, con più di 49 milioni di euro distribuiti in sei mesi, sui 51,5 milioni di euro totalmente erogati fino a ottobre ai lavoratori interessati. A oggi mancano i pagamenti di oltre il 50% relativo al mese di ottobre e tutti quelli relativi a novembre e dicembre, per un totale di 3,3 milioni di euro.  La situazione dal punto di vista economico, produttivo e occupazionale è decisamente migliorata da settembre in avanti, e quindi anche il ricorso al Fondo è sensibilmente diminuito, ma il diritto a ottenere quanto stanziato non va comunque ridimensionato. La preoccupazione è che le aziende che hanno richiesto l’intervento di FSBA da settembre abbiano serie difficoltà a superare la complicata crisi economica che le ha coinvolte, e con l’avvicinarsi del 31 marzo 2021 (quando dovrebbe scadere il divieto di licenziamento) si possano presentare migliaia di esuberi nel settore dell’artigianato”.

“Per evitare questa situazione – conclude il segretario Cisl – è necessario che si continui con il blocco dei licenziamenti anche oltre il 31 marzo prossimo, imprimendo una accelerata nelle politiche attive, che metta nella condizione le persone di potersi riqualificare e aggiornare, vista la difficoltà del nostro mercato del lavoro a soddisfare molte richieste, soprattutto per figure professionali specifiche”.

Dati_FSBA_sintesi.

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