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L'esperienza

I capolavori di Palazzo Creberg diventano un docufilm: viaggio virtuale tra i dipinti

La voce narrante di Giulia Manzini, attrice bergamasca figlia d’arte, accompagna lo spettatore in una visita guidata scandita da musiche di Vivaldi, Corelli, Handel, Bach, Telemann, eseguite dall’orchestra “Ensemble Locatelli”.

La Fondazione Creberg invita gli appassionati e i curiosi d’arte a un viaggio virtuale di 34 minuti attraverso le collezioni dell’odierno Banco BPM, raccolte dal Credito Bergamasco nel corso della sua lunga storia cominciata nel 1891.

Sul sito www.fondazionecreberg.it cliccando l’apposito banner o visitando la sezione “Eventi virtuali – Visita virtuale a Palazzo Creberg” si può seguire il docufilm che racconta i capolavori e una selezione di opere prestigiose di proprietà dell’Istituto bancario.

La voce narrante di Giulia Manzini, attrice bergamasca figlia d’arte, accompagna lo spettatore in una visita guidata scandita da musiche di Vivaldi, Corelli, Handel, Bach, Telemann, eseguite dall’orchestra “Ensemble Locatelli”.

La proiezione si apre con la suggestiva citazione di Bernard Shaw: “Si usano specchi per guardarsi il viso, si usa l’arte per guardarsi l’anima” e prosegue sullo sfondo di un lusinghiero giudizio espresso nel 1996 da Francesco Rossi, ex direttore dell’Accademia Carrara, sulle storiche collezioni del Credito Bergamasco: “la raccolta si presenta come una panoramica a pelle di leopardo sull’arte pittorica italiana del ‘600 e ‘700 di livello qualitativo medio alto” con presenze di “autentici capolavori” ed “occasionali excursus su altre epoche (il Rinascimento italiano) o su altre aree culturali (la Spagna)”.

Scandito in due momenti, “I capolavori” e “Altre opere”, il video affronta per prima la splendida tempera su tavola del 1475 di Francesco Botticini, forse il pezzo più importante della collezione, che nel 2016 andò in prestito alla National Gallery in occasione della mostra “Visions of Paradise”. Il tondo del Botticini viene qui affiancato, con attenti rimandi, all’Assunzione della Vergine della stessa National Gallery, in particolare per lo sfondo paesistico e per l’uso dei dettagli.

Da Girolamo Figino (Assunzione della Vergine) a Girolamo Romanino (Scena Eucaristica), Giovan Paolo Cavagna (Ritratto di gentiluomo con due figli), Enea Salmeggia (Diana e Callisto), Simon Vouet (Vergine addolorata), Giovanni Andrea de Ferrari (Suicidio di Cleopatra), Giacomo Ceruti detto il Pitocchetto (Santa Maria Maddalena in preghiera; Maschere e venditrice), Enrico Albricci (Arrivo in barca; Corteo), il racconto per immagini e parole fa emergere nello svolgersi spunti, rimandi e rapporti di reciprocità tra opere diverse, che vengono evocate e raffrontate per uno sguardo più illuminante sui singoli dipinti.

Nella seconda parte scorre un’altra rosa di lavori dal 1500 al 1900, tra zoom e visioni d’insieme, tra intensi ritratti, soggetti sacri e visioni profane, col solo accompagnamento di un attento paesaggio sonoro: da Domenico Ghirlandaio, a Girolamo da Carpi, Bonifacio de’ Pitati, Giovanni Battista Carlone, Valerio Castello, Giuseppe Vermiglio, Fra Galgario, Alessandro Milesi, Bruno Saetti e Romualdo Locatelli.

34 minuti ben calibrati e sontuosi sul piano estetico, che – in questa stagione di overdose tecnologica – riconciliano col virtuale e valgono senz’altro la visione.

“Siamo molto lieti – evidenzia Angelo Piazzoli, Segretario Generale di Fondazione Creberg e ideatore del progetto – di presentare questo suggestivo docufilm che rientra nella nostra programmazione di eventi virtuali. Ci abbiamo messo molta caparbietà e una grande passione: presentiamo ai nostri “visitatori a distanza” un’opera di livello culturale elevato e, nel contempo, gradevole e suadente, molto adatta al periodo natalizio, da assaporare con calma, magari in famiglia e sul grande schermo”.

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