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Nero d’Avola, Zibibbo, passito di Pantelleria e piatti tipici: le specialità della Sicilia

Accompagnati dall'Enoteca Gaudes facciamo tappa in Sicilia, il cui territorio vitivinicolo, prevalentemente collinare, comprende anche le Isole Eolie e Pantelleria. La superficie vitata è tra le più importanti in Italia e conta oltre 100mila ettari

Ci avviamo verso la conclusione del nostro viaggio alla scoperta dei vini e piatti delle regioni d’Italia. Accompagnati dall’Enoteca Gaudes facciamo tappa in Sicilia, il cui territorio vitivinicolo, prevalentemente collinare, comprende anche le Isole Eolie e Pantelleria. La superficie vitata è tra le più importanti in Italia e conta oltre 100mila ettari.

La coltivazione della vite per molti anni è stata finalizzata all’ottenimento di vini da taglio (alta gradazione e grossi quantitativi) ma negli ultimi decenni si è spostata sempre più verso una produzione più contenuta ma di qualità superiore. La struttura dei vini siciliani, dovuta sia al tipo di vitigni sia all’ambiente e alle condizioni climatiche, accompagnata al miglioramento qualitativo e all’affinamento delle tecniche enologiche, ha fatto sì che molti di questi prodotti siano ormai conosciuti con pieno merito in Italia e all’estero.

Molte delle uve dell’isola sono state rivalutate dopo aver rischiato di scomparire; il vitigno autoctono a bacca nera più celebre è il Nero d’Avola da cui si originano vini corposi e fruttati, ma ci sono anche il Frappato, il Nerello Cappuccio e il Nerello Mascalese.

Fra le uve a bacca bianca autoctone la più nota è lo Zibibbo (chiamato anche Moscato d’Alessandria) con cui si producono i vini dolci di Pantelleria, oggi considerati fra i migliori d’Italia.

Il passito di Pantelleria, in particolare, è uno dei vini più famosi dell’isola, dolce, profumato e suadente che ben si sposa con formaggi stagionati e la pasticceria tipica siciliana, soprattutto quella a base di mandorle. E completano il quadro delle uve autoctone a bacca bianca il Catarratto, il Grillo e l’Inzolia.

Tra i più importanti vini siciliani un posto speciale spetta sicuramente al Marsala, che deve la sua notorietà al commerciante Inglese John Woodhouse. Questo vino liquoroso è riuscito in passato a contrastare il dominio del Porto, dello Jerez (Sherry) e del Madeira tra i “vini da viaggio” commercializzati dagli Inglesi.

Dopo un secolo di sfolgorante notorietà, il Marsala conobbe un periodo di decadenza iniziato circa venti anni fa. Abbandonata l’ingiusta immagine che lo vedeva unicamente relegato all’impiego in cucina, oggi si presenta come un grande vino, capace di straordinaria longevità. È un vino fortificato (liquoroso) prodotto con uve Grillo, Inzolia, Catarratto e Damaschino.

Viene prodotto nei seguenti stili: Fine (almeno 1 anno di maturazione), Superiore (2 anni), Superiore Riserva (4 anni), Vergine o Soleras (5 anni), Vergine Stravecchio o Riserva (10 anni), un’esplosione di aromi e sapori, con una persistenza lunghissima. Inoltre, può essere prodotto con uve rosse (Nero d’Avola, Perricone e Nerello Mascalese) e in questo caso prende il nome di Marsala Rubino.

La cucina siciliana è l’espressione di una tradizione che rimanda all’antichità, strettamente collegata alle vicende storiche, culturali e religiose dell’isola. Alcune ricette, di origine antichissima e tramandate di generazione in generazione, sono ancor oggi preparate e servite a tavola nelle case Siciliane.

Tra gli antipasti tipici siciliani, ricordiamo la caponata, l’insalata di arance, la parmigiana di melanzane e le alici crude al limone, queste ultime da provare con un calice di Grillo. Tra i primi piatti, il couscous ai frutti di mare, fresco e saporito, la famosa pasta con le sarde, il timballo di maccheroni e la minestra di riso con ceci. I secondi, sia di mare sia di terra, sono un’esplosione di gusti e ingredienti. Tra i piatti di pesce, ricordiamo le sarde a beccafico, il pescespada alla siracusana e il capone in agrodolce. Tra le specialità di carne, invece, spiccano l’arrosto panato alla palermitana, l’agnello in umido e gli involtini siciliani di vitello, da gustare con un bel Nero d’Avola.

La Sicilia è anche la terra dello street food ante-litteram, con un’incredibile varietà di preparazioni da consumare al volo. Ad esempio ricordiamo gli immancabili arancini di riso, ma anche le mafalde siciliane, panini tipici di semola di grano duro e le panelle palermitane, gustose e sfiziose frittelle di farina di ceci.

I dessert e la pasticceria siciliana non temono confronti, con i loro ingredienti tipici del territorio e le tradizioni che si tramandano nel tempo. Alcuni esempi sono la cassata siciliana e i cannoli, famosi in tutto il mondo e da accompagnare con un passito di Pantelleria, ma anche la sfincia, dolce tipico della festa di San Giuseppe, dalla base formata da un impasto spugnoso fritto e ricoperto con crema di ricotta e impreziosito con frutta candita e granella di pistacchio. Non dimentichiamo, poi, la granita con brioches, che in tutta la Sicilia è un’istituzione, da provare in moltissimi gusti: fragola, caffé, mandorle, pistacchio, limone, ecc..

All’Enoteca Gaudes, a Torre de’ Roveri in via Marconi, 1, si possono trovare vini siciliani di tutti i tipi, dal nero d’Avola al passito di Pantelleria: per avere ulteriori informazioni telefonare al numero 0350401452 oppure inviare un’e-mail a info@enotecagaudes.it
Rimani aggiornato sulle sue proposte consultando il sito www.enotecagaudes.it o accedendo alla pagina Facebook e Instagram.

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