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L'intervista

Vaccino Covid, Garattini: “Lo farò dopo l’ok dell’Ema, tempi veloci non spaventino”

Il fondatore del Mario Negri: "In Italia immunità di gregge con 42 milioni di persone. Il governo punti molto sull'informazione, o saranno problemi"

In mezzo ai tanti dubbi e interrogativi legati alla pandemia, una certezza: il 2021 sarà l’anno del vaccino contro il Covid-19. Un tema ampio, complesso, del quale abbiamo parlato con il professor Silvio Garattini, fondatore dell’Istituto di ricerche farmacologiche “Mario Negri”.

Professore, i lettori ci chiedono: come mai alcuni virologi sono scettici sulla somministrazione di un vaccino sperimentato per così poco tempo e con dati non ancora certi?

Cominciano col dire che alcuni dati sono stati pubblicati, come quelli del vaccino AstraZeneca sulla rivista Lancet (efficacia del 62,1% se somministrato in due dosi intere, e del 90% nei volontari che hanno ricevuto mezza dose seguita da una dose intera, ndr). Mentre l’autorizzazione all’uso del vaccino Pfizer-BionTech, rilasciata dall’Autorità regolatoria inglese, offre la possibilità di cominciare ad avere alcune indicazioni sulla sua efficacia e tollerabilità attraverso la lettura del foglietto illustrativo.

Ma lei come valuta le sperimentazioni fatte? Si vaccinerebbe tra i primi?

Per l’Italia è importante il giudizio dell’Ema, l’ente regolatore che approva i farmaci per l’Europa. Fin quando Ema non approverà il vaccino, non possiamo averlo a disposizione. Un giudizio sarà emesso entro il 29 dicembre. Se Ema lo approverà, non avrò alcuna difficoltà a farlo.

Vaccino Pfizer, Moderna e AstraZeneca. Ci spiega in breve la differenza?

I vaccini Pfizer e Moderna sono molto simili, rappresentati da un pezzo di mRna (acronimo che sta per rna messaggero, ndr ) del virus. Una volta somministrato all’organismo, produce delle proteine che interagiscono con le ‘punte’ che si trovano sulla superficie esterna del coronavirus. Questa proteina diventa l’obiettivo delle difese dell’organismo dopo la vaccinazione, permettendo di riconoscere le cellule infettate e innescare la risposta difensiva. Il terzo vaccino, invece, utilizza un virus dello scimpanzé che non è patogeno per l’uomo e che veicola l’mRna nell’organismo. Successivamente produce le proteine del virus, che a loro volta producono la risposta di anticorpi.

Che cosa pensa dei vaccini a mRna?

Che possono essere approvati sulla base dell’urgenza, ma non bisogna avere paura del fatto che ci siano delle ‘accelerazioni’ in questo senso. L’urgenza ha snellito i tempi burocratici, sempre necessari per le approvazioni. Sono stati stanziati fondi importanti e i vaccini in dirittura d’arrivo sono stati sperimentati su decine di migliaia di persone. Inoltre le agenzie regolatorie, lavorando solo su questo, hanno potuto stringere ulteriormente i tempi. Certo, qualche dubbio rimane, ma è inevitabile.

Per esempio?

Per esempio l’immunità fornita dai vaccini, quanto durerà? Solo il tempo potrà dircelo. Il governo inglese ha dato indicazione di monitorare tutto ciò che succede e di tenere i pazienti sotto osservazione per 24 mesi. Entro fine 2021 avremo dati più importanti.

Per raggiungere l’immunità di gregge, in Italia, quanto ci vorrà?

Vaccinare almeno il 70% della popolazione significa vaccinare 42 milioni di persone. Dipende molto dalla disponibilità delle dosi, che non sappiamo quando arriveranno e in che misura. C’è poi tutto l’aspetto logistico, dal quale dipenderà la velocità di utilizzo e somministrazione del vaccino. Fare previsioni è molto difficile.

Altre domande dei lettori: chi ha già avuto la malattia o ha il sospetto di averla avuta, come deve comportarsi? 

Può farsi vaccinare senza problemi.

E per quanto riguarda donne in gravidanza e bambini?

In Inghilterra non devono essere vaccinati i minori di 16 anni e nemmeno le donne in gravidanza o con allattamento in corso. Possono esserci delle controindicazioni.

Cosa direbbe ad una persona indecisa sul vaccinarsi?

Non dobbiamo enfatizzare problemi che non sono attuali. Nell’immediato futuro non ci sarà abbastanza vaccino per tutti coloro che vogliono essere vaccinati. Poi, in base alla sequenza e persistenza del virus, si potranno anche prendere delle decisioni eccezionali.

Si riferisce alla vaccinazione obbligatoria?

Rientra nel campo delle ipotesi.

In un ‘tweet’ il sindaco di Bergamo Giorgio Gori ha scritto: “Niente obbligo, ma a scuola, lavoro, uffici pubblici, cinema, teatri e stadi entra solo chi è vaccinato”. È d’accordo?

Tendenzialmente sì. Ma al di là di questo, mi lasci dire una cosa: ciò che il Governo deve fare, attraverso il Ministero della salute, le regioni e gli assessorati, è fornire man mano che arrivano tutti i dati e le informazioni disponibili sui vaccini. Vanno fatte circolare il più possibile, per aiutare la gente ad informarsi correttamente.

Sull’antinfluenzale in Lombardia i problemi sono noti. Quale consiglio darebbe alla Regione e al Governo in vista di questa nuova campagna vaccinale?

Proprio questo: puntare su una corretta, puntuale ed aggiornata informazione. Perché con l’arrivo dei vaccini si presentano due grandi pericoli. Il primo derivante dalla sensazione che tutti possano fare quel che vogliono, ‘perchè tanto c’è il vaccino’. No, è un errore da evitare. Ad oggi restano fondamentali le regole che ci siamo dati: indossare correttamente la mascherina, tenere le distanze, evitare gli assembramenti e lavarsi spesso le mani mani.

E il secondo?

Se circolano troppe informazioni, spesso in contraddizione tra loro, le gente rischia di non volersi vaccinare. Il Governo deve mettere a disposizioni dei cittadini fonti di informazione certe, efficaci.

Ci tolga un’ultima curiosità. L’antinfluenzale, alla fine, è riuscito a farlo?

Sì, ma molti stanno ancora aspettando. Non lo trovano nelle farmacie, ma in altri posti sì. Quelli che come primo obiettivo hanno il profitto. Lì non ci sono problemi.

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