Ricorre oggi, primo dicembre 2020, il cinquantesimo anniversario della Legge 1 dicembre 1970, n. 898: “Disciplina dei casi di scioglimento del matrimonio“. Pubblicata nella Gazz. Uff. 3 dicembre 1970, n. 306.
Da 50 anni dunque in Italia un vincolo matrimoniale contratto innanzi ad un ufficiale di stato civile oppure in forma concordataria innanzi a Santa Romana Chiesa può essere definitivamente sciolto, a prescindere dalla volontà concorde dei coniugi, dalla presenza di figli, dalla presenza o meno di una parte economicamente debole.
Una scelta di civiltà e laicità, ma prima ancora di libertà.
Chè il divorzio, come erroneamente molti ritengono, non si “concede” ma può essere unilateralmente deciso da uno o dall’altro dei coniugi con tutte le conseguenze a presidio del meno tutelato che la stessa legge prevede.
È per questo che tale ricorrenza, riguardando uno dei più importanti istituti posti dal diritto positivo a presidio delle libertà individuali va ricordata con gioia per quanto o forse proprio perché compie mezzo secolo.
Formidabili quegli anni in cui il diritto incontrò la società e ne accolse le istanze. Che, con la vittoria del no ai referendum confermativi la società stessa confermò.
*Laura Gargano, avvocato in Bergamo
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