Dopo le diverse segnalazioni della presenza dei cinghiali, non solamente in Maresana, ma anche in centro al paese di Ponteranica, il sindaco Alberto Nevola interviene prendendo come spunto la lettera pubblicata da Bergamonews. (leggi qui).
“Parto da questa segnalazione, per farvi partecipi della richiesta che ho indirizzato al Parco dei Colli affinché se ne discuta nell’assemblea dei sindaci. In questi giorni si susseguono le segnalazioni, riprese anche dalla stampa, di cinghiali che si avvicinano alle abitazioni.
Senz’altro la situazione è figlia del periodo di lock down, che ha visto un rallentamento, se non un fermo, dell’ attività venatoria , ma c’è di più. Il periodo di limitazioni che abbiamo vissuto e che probabilmente vivremo ha portato molte persone a scoprire o a riscoprire il piacere di frequentare i nostri boschi e i nostri sentieri, a piedi o in bicicletta.
Questa fruizione intensa del verde, senz’altro apprezzabile, porta a dover riconsiderare alcune scelte del recente passato in merito ai sistemi di contenimento della fauna selvatica e del cinghiale in particolare.
Da un lato è ormai evidente che non ci sono le condizioni di sicurezza per praticare la caccia in battuta, che esporrebbe escursionisti e sportivi a troppi rischi, così come è altrettanto evidente che la decisione del pianificatore regionale di individuare la nostra fascia pedecollinare come “vocata alla presenza del cinghiale” sia del tutto contraddittoria, oltre che erronea.
Cosa propongo?
Vorrei che ci fosse una posizione comune da parte dei territori del Parco per richiedere alla Regione di definire il nostro comparto come “Non vocato alla presenza del cinghiale” e che, sulla base di tale decisione, possa essere avviata una campagna di eradicazione della specie gestita e coordinata da personale formato e coordinato dal Parco, con modalità di prelievo (caccia all’aspetto) che preservino la sicurezza degli utenti del Parco.
Questa soluzione, oltre a garantire, come detto, una modalità di prelievo in sicurezza, avrebbe il pregio di non essere agganciata alla sola stagione venatoria e di consentire così un’attività finalizzata all’eradicazione (a livello locale) della specie e non alla sua gestione come risorsa destinata al prelievo venatorio”.
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