“Sono senza parole. Si sapeva che non stava bene, però andarsene così a soli 60 anni… non è possibile”. Marino Magrin l’ha visto da molto vicino, Diego Armando Maradona. Ma più ancora che da avversario, come calciatore, il suo ricordo va all’uomo, allo stile e al rispetto che aveva ogni volta per gli altri.
Ricorda Magrin: “Diego era una persona eccezionale. L’ho conosciuto personalmente, è sempre stato gentile, anche simpatico. Sicuramente generoso, come sottolineavano spesso i suoi compagni: un signore. Poi certo, a volte cercavo… con le brutte di fermarlo, quando si giocava, perché se aveva la palla tra i piedi diventava imprendibile”.
Al di là delle sfide in cui si sono affrontati come avversari, Magrin ripensa a “una partita benefica, mi pare che l’avesse organizzata l’Aido allo stadio di Bergamo, nel 1985. C’era anche Helenio Herrera e altri personaggi del calcio. E naturalmente tutti aspettavano Maradona, che era andato in America per un contratto pubblicitario e quindi fino all’ultimo non si sapeva: arriverà o no? Ma lui in quelle circostanze non mancava mai. È arrivato 20 minuti prima della partita, accompagnato dalle sue guardie del corpo, siamo anche stati nello stesso spogliatoio come due amici”.
Continua Magrin: “C’è sempre stato rispetto, anche per questo il dispiacere è grande. Lui aveva stima di me, nell’86-87 avevo sentito che gli sarebbe piaciuto che giocassi con lui a Napoli, poi non se ne fece nulla”.
Maradona il più grande? Magrin non ha dubbi: “Si dice e si fa il confronto spesso con Messi. Ma io tra Messi e Maradona dico sempre Maradona. Sarà anche che ho avuto la fortuna di giocare contro di lui, non ho potuto fare lo stesso con Pelè, però stringere la mano a Diego da capitani di Napoli e Atalanta anche nel mio ultimo anno in nerazzurro è stata una bella emozione, verso il miglior giocatore del mondo. Maradona era un fuoriclasse, come accarezzava la palla lui sulle punizioni… solo Zico e Platini sono riusciti a fare qualcosa di simile. Ma più che un avversario era un amico, ci stimavamo. Davvero, non ci sono parole: mi dispiace tantissimo”.
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