Da un lato le misure per la liquidità introdotte dal Governo, dall’altro la forte incertezza sul futuro: sembrano essere queste le due principali ragioni che hanno spinto nei primi 9 mesi dell’anno aziende e famiglie italiane a depositare sui conti correnti rispettivamente il 21% e il 3,4% in più.
A ricostruire la dinamica del fenomeno è un’inchiesta del Sole 24 Ore che, elaborando i dati della Banca d’Italia, ha confermato il trend che a marzo la Bce aveva già evidenziato anche per Francia, Spagna e Regno Unito.
Una tendenza più marcata al Centro-Sud, dove le imprese da gennaio ad agosto hanno depositato anche oltre il 40% in più: è il caso della Basalicata (+43%), seguita da Calabria (+33%), Abruzzo (+32%) e Marche (+30%). Crescono meno, in generale, i depositi nelle regioni con consistenze maggiori: la Lombardia, ad esempio, segna un +16%.
A livello nazionale le somme in banca delle imprese sono cresciute in media del 21%, arrivando a quasi a toccare i 365 miliardi di euro, mentre l’andamento della raccolta bancaria delle famiglie segna un +3,4% a 1.080 miliardi.
In base ai dati pubblicati dal Sole 24 Ore, la provincia che ha registrato il maggior aumento nei depositi è Ragusa (+14%): seguono Lucca (+11,8%), Sassari (+11,7%), Fermo (+11,5%) e Bergamo (+10,7%).
La nostra provincia, con un deposito pro capite di 31.400 euro, è insieme a Torino (decima) l’unica del Nord nella top ten. I depositi delle famiglie bergamasche (+3,8%, 19.800 euro pro capite di media) incidono per il 63% del totale, mentre le imprese (+20,2%) per il 25,5%.
Per trovare un’altra lombarda bisogna scorrere fino alla 19esima posizione, con Monza e Brianza che ha aumentato i propri depositi dell’8,6%.
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