È una vera e propria levata di scudi lombardi quella proposta dal consigliere regionale Paolo Franco (Gruppo Misto – Cambiamo!) che chiama all’appello tutti i colleghi consiglieri bergamaschi di maggioranza “contro l’incapacità romana”.
Infatti, ritiene Franco: “Non è il tempo di dividersi in tifoserie, bensì è il momento di unire le forze per agire insieme per contestare la legittimità delle ultime disposizioni romane contenenti una pesante limitazione delle singole libertà dei cittadini lombardi decise dal Governo italiano, annunciate a tarda sera e senza possibilità di contraddittorio, adottate sulla base di dati epidemiologici che il nostro Presidente Fontana dice in ogni dove e in qualsiasi lingua essere desueti”.
E, proprio sulla base di questi dati, il consigliere Franco fonda la propria offensiva al Governo affermando che “bisogna reagire a questa inaccettabile limitazione. Prima ancora che consiglieri, siamo lombardi che si vedono fortemente penalizzati da disposizioni limitanti della libertà di ciascuno di noi, adottate senza alcuna consapevolezza della diversità di situazioni sanitarie tra i territori che compongono la nostra Regione”.
Un invito che Paolo Franco ha indirizzato giovedì mattina a tutti i suoi colleghi bergamaschi di maggioranza e che auspica possa essere accolto favorevolmente. Infatti, il consigliere ritiene “opportuno muoversi in prima persona, agendo con ogni mezzo a disposizione e in ogni sede competente per chiedere di far cessare, quanto prima, gli effetti devastanti di queste ultime misure restrittive, in qualità di lombardi ancor prima di Consiglieri della Regione Lombardia. Bisogna agire, e bisogna farlo in fretta”.
Un accorato appello, quello del Consigliere Franco, che spazza via ogni dubbio circa l’interpretazione del Dpcm, infatti, chiedendone l’impugnazione, gli effetti del provvedimento potrebbero essere sospesi. Una mossa che ha già fatto la Regione Calabria.
L’invito è stato dunque ufficialmente mandato a Roberto Anelli (Capogruppo “Lega”), Giovanni Malanchini, Alex Galizzi, Monica Mazzoleni e Barbara Mazzali, invitandoli a sottoscriverlo.
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