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Dal 13 al 25 ottobre

L’Officina della scultura, due installazioni e percorsi d’arte all’aperto a Bergamo

Una città è sempre chiamata a farsi bella. Perché sono i dettagli che evidenziano tratti, caratteristiche, particolari che la rendono singolare. Succede anche a Bergamo con l’Officina della scultura, dal 13 al 25 ottobre la terza edizione, che presenta le grandi opere di Mazzucchelli in spazi pubblici della città, esposizione all’aperto che certamente desterà l’attenzione del pubblico con la sua presenza così forte e impattante nel tessuto urbano.

“Sono opere per loro natura effimera, destinate a una fruibilità immediata, che puntano al coinvolgimento di tutti coloro che vi passeranno accanto e che, proprio grazie all’interazione con i fruitori, si modificheranno nel tempo, portando su di esse i segni lasciati dal pubblico” afferma Nadia Ghisalberti, assessore alla Cultura del Comune di Bergamo.

A Bergamo, i due interventi urbani di Franco Mazzucchelli rappresentano l’inizio e la fine di un percorso ideale dedicato alla scultura. Da largo Porta Nuova con Bicono si prosegue con l’opera Concetto di liberalità – Espansione di Piero Cattaneo del 1985, passando per Anima Mundi di Ugo Riva, per Giroscopio di Arnaldo Pomodoro fino a piazzetta Santo Spirito con l’omonima chiesa, custode di preziosi e nascosti gioielli artistici e architettonici e di Cono di Mazzucchelli.

A Milano e a Sesto San Giovanni, il pubblico è accompagnato alla scoperta di Kengiro Azuma (Yamagata 1926 – Milano 2016). Con la presenza eccezionale del figlio dell’artista, Ambrogio, sarà possibile approfondire la conoscenza dell’opera MU 141 in piazzale Cimitero Monumentale a Milano, e del messaggio di cui si fa portavoce, simbolo nelle intenzioni dell’artista di rinascita; l’appuntamento a Sesto San Giovanni è dedicato alla Fontana delle Tartarughe, intervento che ha visto lavorare fianco a fianco padre e figlio, in perfetta armonia.

Grazie alla partecipazione di Franco Mazzucchelli degli eredi degli artisti, gli incontri con il pubblico di adulti saranno condotti personalizzando il racconto non solo verso i valori artistici e le tecniche ma anche attraverso la descrizione del lavoro e della pratica quotidiana. L’Officina della Scultura presenta questa III edizione grazie alla collaborazione di Comune di Bergamo e il sostegno di Fondazione Credito Bergamasco.

Sono previsti percorsi gratuiti con prenotazione obbligatoria (telefonando al 333 2698886) in calendario: Bergamo – sabato 17 e domenica 18 ottobre dalle 9 alle 11.
Milano – sabato 24 ottobre dalle 9 alle 11.
Sesto San Giovanni – domenica 25 ottobre dalle 9 alle 11.

Franco Mazzucchelli | à toi – per te

“I miei gonfiabili sono un modo leggero per parlare della vita, delle sue contrapposizioni, del pieno e del vuoto che non è mai vuoto”.

Diplomato in pittura all’Accademia di Brera, nel 1966 ottiene il diploma di scultura con Marino Marini. Sotto la guida di Marini, Mazzucchelli è libero di sperimentare e trovare una propria cifra stilistica. L’interesse per i materiali plastici è evidente sin dai lavori bidimensionali dei primi anni Sessanta, opere in cui la tempera entra in dialogo con inserti di plastica. La sua ricerca in ambito scultoreo inizia testando diversi materiali dal gesso al cartone, alle resine, ben presto sostituiti da materiali plastici come il PVC e il polietilene, con i quali realizza le celebri sculture gonfiabili.

I suoi grandi gonfiabili inseriti in spazi urbani per la partecipazione con il pubblico, a partire dagli anni Settanta trovano una catalogazione e una forma più consapevole; nascono gli A. TO. A., sigla di Art to Abandon, ma anche alla francese à toi, a te / per te, cioè per il pubblico. Con i suoi Abbandoni, Mazzucchelli ha da un lato portato avanti una ricerca pionieristica sui materiali plastici e dall’altro approfondito il tema dell’arte pubblica e della funzione sociale dell’arte.

A partire dalla fine degli anni Settanta si dedica all’insegnamento di Tecniche della Scultura e alla direzione del Dipartimento di Comunicazione Visiva Multimediale all’Accademia di Brera. In questo periodo gli interventi in spazi urbani si fanno più sporadici e istituzionalizzati, ma sempre di grande impatto, da quelli del Padiglione Italia alla Biennale di Venezia del 1976, all’XI Quadriennale di Roma (1986), alla XXXII Biennale Nazionale d’Arte di Milano (1994), concependo sempre azioni a contatto con l’ambiente e il pubblico. Negli anni 2000 nasce il ciclo A. ON. A,
acronimo di Art on Art, si tratta dell’abbandono di gonfiabili in luoghi già deputati all’arte. L’obiettivo di questa nuova serie è dare la possibilità al pubblico di intervenire liberamente sull’opera con pennarelli indelebili forniti dall’artista. Tra le sue ultime esposizioni istituzionali ricordiamo la mostra al Museo del Novecento di Milano Franco Mazzucchelli azioni 1964 – 1979. Non ti abbandonerò mai nel 2018 e, nel 2020, l’esposizione al MACRO di Roma intitolata: L’immaginazione preventiva.

www.francomazzucchelli.it

PIERO CATTANEO

Con le mie opere credo di aver dato testimonianza del mio tempo nella mia vita.

Dal legno alla terracotta, dal cemento al vetro policromo per arrivare al bronzo: Piero Cattaneo (1929-2003), scultore bergamasco, studia, sperimenta, conosce, diversi materiali nell’arco della sua carriera sino all’approdo al bronzo. Quelli dedicati a questa lega, sono anni di ricerca che culminano nell’elaborazione di una propria tecnica: fusione a cera persa senza calco in gesso di superfici a bassorilievo.

Parallelamente all’evoluzione tecnica procede anche l’evoluzione formale. Da un iniziale legame con la figura, infatti, volontà di astrazione e scarnificazione, conducono Cattaneo prima verso modanature, archi, componenti di architetture impossibili poi verso un totale distaccamento dalla realtà. Negli ultimi decenni della sua carriera, l’artista sperimenta con le sue sculture una nuova ottenuta mediante la contrapposizione di superfici lisce, riflettenti in acciaio inox e superfici materiche, corrose, brulicanti di aggetti formali in bronzo.

www.pierocattaneo.org

KENGIRO AZUMA

Abbiamo l’occhio per vedere la luce, abbiamo l’orecchio per sentire il suono, abbiamo il cuore per sentire il tempo, sento la voce della stella, sento la voce dell’universo, sento la voce del nulla.

Kengiro Azuma (1926-2016), nasce in Giappone, in una famiglia di fonditori di bronzo. Arriva a Milano nel 1956 grazie a una borsa di studio del Governo Italiano, con la quale si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Brera, per studiare con Marino Marini. Azuma diventa assistente personale del maestro, assieme al quale trova e sviluppa una propria identità artistica che affonda le proprie radici nella cultura e nell’estetica giapponese. Le riflessioni di Azuma sul significato dell’infinito e sul ciclo della vita lo portano a realizzare le prime opere intitolate MU, vuoto o nulla. Le sue opere sono esposte in Europa, in Giappone e negli Stati Uniti, molte sono a tutt’oggi nel cuore di piazze, parchi, spazi pubblici da Matera a Locarno, da Milano a Sendai.
Durante la sua carriera è insignito di premi e onorificenze tra i quali: l’Ambrogino d’argento dal Comune di Milano, l’onorificenza Kunyonto Kyokujitsusho dall’Imperatore del Giappone e nel 2017 il suo nome è iscritto nel Pantheon del Famedio al Cimitero Monumentale.

www.archivioazuma.com

FRANCO MAZZUCOTELLI A BERGAMO

In largo Porta Nuova e viale Papa Giovanni XXIII trova collocazione l’opera Bicono. Si tratta di una struttura di 6 m x 1,3 m in PVC gonfiabile ignifugo ad aria prigioniera dello spessore di 0,3 mm saldato a radiofrequenza. L’ancoraggio dell’opera avviene a terra con passante per anello posto all’estremità del gonfiabile. La scultura dunque si muove volutamente a destra e a sinistra, come se fosse l’ago di una bussola. L’opera, così come quella di Santo Spirito, è pensata per il pubblico che viene invitato a lasciare sulla superficie i propri pensieri attraverso dei pennarelli indelebili appositamente forniti.

Piazzetta Santo Spirito
Quasi a ridosso del fronte dell’incompiuta facciata della chiesa di Santo Spirito viene installata l’opera Cono. Si tratta di una grande struttura in PVC rosso gonfiabile ad aria imprigionata, dello spessore di 0,3 mm saldato a radiofrequenza. La scultura 12 m x 1,9 m è posta in un dialogo aperto con l’opera bronzea di Francesco Somaini che segna la facciata della chiesa. Quest’opera è autoportante, presentando alla base 8 settori da riempirsi ad acqua.

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