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Bergamo

“Troppi assembramenti fuori dalle scuole, servono regole”: ci penserà la Croce Rossa

Il comitato cittadino della Croce Rossa inizierà a fare prevenzione, parlando con gli studenti: "È necessario far capire che i momenti all’esterno della scuola non significano libera tutti".

A poco meno di un mese dalla ripresa delle attività scolastiche, è arrivata l’ora di fare i conti sull’effetto scuola nell’aumento dei contagi da Covid-19 a Bergamo e provincia. Aumentano le classi in quarantena – sono 12 nella settimana dal 25 al 30 settembre – e a giorni si aspettano i test rapidi nelle scuole, come in porti e aeroporti.

Che la scuola, i trasporti e, in generale, la ripresa della vita di tutti i giorni avrebbero fatto risalire la curva dei contagi era prevedibile e inevitabile.

Molto poco, in realtà, conta in questa curva ciò che avviene all’interno delle scuole dove si rispettano le misure di sicurezza, tantissimo, invece, ciò che comporta il movimento di migliaia di studenti dalle loro case a scuola: il comportamento sui mezzi pubblici e nei luoghi esterni dall’edificio scolastico dove gli assembramenti non mancano, specialmente in attesa di entrare rispettando i diversi turni e al suono della campanella.

È evidente che le rigide regole della quotidianità scolastica non bastano. Serve un intervento in più per arricchire la coscienza di studenti (e non solo): fondamentale perché non si ritorni nel baratro di soli pochi mesi fa.

“È necessario far capire che i momenti all’esterno della scuola non significano ‘libera tutti’. Quale può essere una modalità? Fare continua prevenzione”, dichiara Paola Pesenti Bolognini, delegato area sviluppo della Croce Rossa Italiana Comitato di Bergamo.

Dalla fine del lockdown ad oggi il comitato bergamasco della Croce Rossa si è attivata, grazie all’assessore del Comune di Bergamo Marcella Messina, con gazebi in città dedicati alla prevenzione anti Covid, così come con una campagna dedicata agli operatori del Comune.

Adesso, invece, l’idea è di bussare alle porte delle scuole e proporre attività di prevenzione dedicate agli studenti.

“È questione di pochi giorni e poi partiremo. Con alcune scuole abbiamo già delle collaborazioni, ma ora vogliamo creare una rete comune che le raggiunga tutte, così da avere una comunicazione più efficace. Le modalità sono da capire e le idee sono tante: chiedere aiuto a dei volontari? Creare un momento di dialogo dentro le scuole? All’ingresso o all’uscita? Dobbiamo parlarne. Ma crediamo che in questo momento solo la comunicazione possa fare la differenza. Altrimenti, quale altra possibilità potresti avere? Quella della solita multa? La multa è una riduzione di un danno, non di una prevenzione. Ti posso dire che se bevi ti tolgo la patente, ma non è forse meglio dirti che se bevi, per la salute tua e degli altri, non devi metterti al volante? Ti sto dando soluzioni alternative in questo modo: e lo stesso vorremmo fare con il Covid”, continua Pesenti Bolognini.

“Non solo le scuole. Vogliamo raggiungere anche tutti gli ambienti dove sono i ragazzi, come gli oratori. C’è un fattore psicologico da non sottovalutare: è stato provato, infatti, che l’attenzione verso delle regole aumenta se provengono da un agente o un’istituzione diversa rispetto all’ente per il quale lavori – come la scuola per gli studenti –. La famosa giubbetta rossa la ascolti di più, speriamo di ottenere questo effetto e una risposta positiva. La scuola sta facendo tantissimo, ma serve un rinforzo”, conclude la portavoce del comitato bergamasco.

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