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Il caso

“La mozione di Dalmine nega diritti e valori della Costituzione antifascista”

Il Comitato bergamasco antifascista e l'Anpi contro la mozione presentata a Dalmine dalle due liste di maggioranza insieme a quella leghista

Il presidente del Comitato bergamasco antifascista Carlo Salvioni contro la mozione presentata a Dalmine dalle due liste di maggioranza insieme a quella leghista (leggi) .

A nome del Comitato antifascista Salvioni commenta: “Lla mozione che equipara la vicenda assai complessa e differenziata dei due totalitarismi novecenteschi, è il frutto di un’evidente strumentalizzazione politica e riporta in auge termini e affermazioni appartenuti a un’epoca storica ormai definitivamente conclusa. Essa appare soltanto rivolta a escludere, dall’uso delle sale
e degli spazi civici, gruppi e forze politiche di opposizione o comunque non gradite all’Amministrazione, impedendo così l’esercizio dei diritti, costituzionalmente sanciti, di riunione e di libera manifestazione del pensiero”.

Di fronte a tale comportamento il Comitato Bergamasco Antifascista, “ricordando l’apporto al movimento resistenziale di tutte le forze politiche antifasciste così come alla redazione e all’approvazione della Carta Costituzionale, condanna la mozione presentata dalla maggioranza consiliare del Comune di Dalmine perché negatrice dei diritti e dei valori della Costituzione antifascista e rivolge agli estensori della mozione il cortese ma pressante invito a lasciare agli storici il compito di studiare e definire, secondo il metodo della scienza, similitudini e differenze tra partiti, movimenti e altre forme di aggregazione politica che hanno segnato la storia del secolo scorso”.

Anche l’Anpi Provinciale di Bergamo esprime profonda preoccupazione per la Mozione presentata dai Gruppi Consiliari di maggioranza del Comune di Dalmine e che verrà discussa il
prossimo 28 settembre.

“Si tratta di un messaggio strumentale e populista, privo di qualsiasi fondamento scientifico che giustifichi l’equiparazione tra i regimi nazifascisti e quelli comunisti: il comunismo è una teoria politica, un orizzonte a cui tendere e lo è stato per masse popolari distribuite in tutto il mondo, le quali con le loro lotte hanno spesso conquistato – al di là e oltre le degenerazioni dei regimi politici – libertà le cui eredità sono state assorbite dalle democrazie più avanzate. Inoltre, questa Mozione impegna il Sindaco a violare la Costituzione sulla quale ha giurato al momento del suo insediamento: la nostra Costituzione pone la pregiudiziale antifascista come elemento fondante, ma non professa l’anticomunismo”.

Questa Mozione, spiegano Mauro Magistrati e Giorgio Mercandelli, rispettivamente presidente dell’Anpi porvinciale e dell’Anpi di Dalmine “svilisce e calpesta la Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza, alla quale hanno partecipato – sacrificandosi e perdendo la vita – migliaia di comunisti. Colpisce particolarmente che la Mozione provenga da chi, amministratore pubblico di
Dalmine, dovrebbe ben conoscere la storia sociale e politica della propria Città, per molti aspetti legata alla sua fabbrica di riferimento, l’attuale Tenaris. Lì molte donne e molti uomini che idealmente si sono riconosciuti nei valori del comunismo hanno rappresentato avanguardie di battaglie operaie dalle quali sono stati tratti benefici fondamentali per l’intera classe lavoratrice in tutto il Paese (si pensi alla sperimentazione sull’inquadramento unico che equiparava impiegati e operai, o ancora ad alcune piccole ma sostanziali innovazioni, dal riposo compensativo fino al welfare aziendale). Offende, inoltre, la memoria del partigiano dalminese Natale Betelli, operaio comunista della Dalmine, barbaramente ucciso di botte dai fascisti nel marzo del 1945, Medaglia d’Oro al Merito Civile alla memoria e calpesta il ricordo di Albino Previtali, partigiano comunista, Presidente dell’Anoi di Dalmine fino alla sua morte, avvenuta nell’ottobre 2019”.

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