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Al fantoni di clusone

Dopo il questionario la prof, sanzionata, non torna in classe: solidarietà da colleghi e alunni

Gli studenti non dovevano rispondere alle domande ma, assieme alla docente, riflettere su come un quesito mal formulato possa condizionarne la risposta, per evidenziare la tendenziosità e la scorrettezza metodologica

Quest’anno la scuola bergamasca rischia di perdere un altro docente. E stavolta non per irreperibilità a causa dell’emergenza Covid. È il caso di una docente dell’Istituto Fantoni di Clusone, che a febbraio era finita al centro di un vero e proprio processo mediatico dopo che, durante un’attività in classe, aveva analizzato con i suoi studenti un questionario. Definito “choc”, aveva creato scalpore perché conteneva domande sulla percezione dei marocchini nell’ottica di un italiano (leggi).

Per iniziativa di alcuni politici bergamaschi, era seguita persino un’interrogazione parlamentare sul questionario, poiché secondo chi accusava la docente l’attività avrebbe avuto il fine di schedare gli studenti sulla base del colore politico, dedotto dalle risposte date ai quesiti della scheda.

UN EQUIVOCO GRANDE

Peccato che chi aveva tratto quella conclusione l’aveva fatto senza conoscere le finalità dell’attività proposta. Innanzitutto il questionario “sui marocchini” era solo una delle schede consegnate ai ragazzi. Inoltre gli alunni non dovevano rispondere alle domande ma, assieme alla professoressa, riflettere su come un quesito mal formulato possa condizionarne la risposta, per evidenziare la tendenziosità e la scorrettezza metodologica che talvolta è possibile riscontrare in alcuni interrogativi. L’attività della docente infatti si svolgeva durante una lezione di Metodologia della ricerca. E si può dire che l’esperimento abbia funzionato, a giudicare dalle reazioni sdegnate di chi ha sollevato il polverone, così come di alcuni giornali che hanno riportato la vicenda senza prima effettuare le opportune verifiche.

Anche perché, a fronte di qualche dubbio nutrito dalla famiglia di uno studente, nessuno ha chiesto chiarimenti alla docente in merito all’attività proposta.

LA SANZIONE DISCIPLINARE

Alla fine però le conseguenze, e tutte negative, sono ricadute sull’insegnante: l’8 luglio la docente, a seguito di un procedimento disciplinare, è stata sanzionata. L’esito ha lasciato la prof nello sconforto e con un senso di solitudine tale da rimettere in discussione il suo rientro per il nuovo anno scolastico. Per questa ragione ha deciso di chiedere un’aspettativa dal lavoro – che è stata accettata – e quest’anno non sarà in classe.

LA SOLIDARIETÀ DI COLLEGHI E STUDENTI

Dopo il procedimento nei suoi confronti, molti fra colleghi e amici della professoressa si sono attivati in sua difesa. Nell’attesa di lanciare a breve una raccolta firme, sono già arrivate centinaia di manifestazioni di affetto e vicinanza in forma privata, soprattutto da parte di ex studenti della prof, tramite messaggi e mail. Nel frattempo diversi colleghi
hanno firmato la lettera per denunciare quella che ritengono una vicenda “allarmante”: “L’insegnante – si legge nel documento – di cui sono note serietà, dedizione, alta professionalità ed esemplare e costante sensibilità verso la persona, è stata sottoposta ad una gogna pubblica che ne ha travolto la serenità”. I colleghi esprimono la loro condanna al tentativo
“di ledere l’autonomia e la libertà d’insegnamento” richiamando il principio per cui ogni docente “deve poter operare con coscienza, professionalità e libertà metodologica come riconosciuto dall’art. 33 della nostra Costituzione”.

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