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Guardia di finanza

Prodotti petroliferi di contrabbando per un’evasione di quasi 3 milioni: 10 in cella video

Smascherata un’organizzazione criminale con sede a Bergamo costituita da 21 persone che ha introdotto complessivamente 4.280.000 litri (corrispondenti a circa 3.600 tonnellate) di prodotti petroliferi

I militari del Comando provinciale della Guardia di finanza di Bergamo hanno eseguito un’ordinanza che dispone la custodia cautelare in carcere nei confronti di 10 persone accusate di associazione a delinquere, con base in provincia di Bergamo, un’associazione accusata di illecita importazione nel territorio italiano di oli lubrificanti e altri carburanti. Nell’ambito dell’operazione vengono sequestrati 2,8 milioni di euro, corrispondenti al profitto del reato determinato dalle imposte sulla produzione e sui consumi e dalle accise evase su questi prodotti commercializzati illecitamente.

Il provvedimento, a firma del presidente della sezione del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bergamo, Vito di Vita, su richiesta del procuratore aggiunto Maria Cristina Rota e del sostituto procuratore, Nicola Preteroti è stato emesso sulla base dei risultati delle indagini avviate dalle Fiamme Gialle alla fine del 2018.

Gli agenti del nucleo di polizia economico finanziaria di Bergamo, attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali, servizi di osservazione, pedinamenti, acquisizione di testimonianze, indagini finanziarie e l’approfondimento di segnalazioni per operazioni finanziarie sospette hanno smascherato un’organizzazione criminale costituita da 21 persone accusate, a vario titolo, di gestire il commercio in nero di rilevanti quantitativi di prodotti petroliferi introdotti di contrabbando in Italia.

Il “sistema criminale”, come lo ha definito il Gip nel suo provvedimento di arresto, è stato dettagliatamente ricostruito dai militari impegnati nelle indagini e prevedeva l’acquisto del prodotto presso raffinerie in Polonia ad opera di alcuni sodali stabiliti in quel Paese, i quali avevano il compito di inviarlo in Germania, presso un deposito di cui l’organizzazione aveva la disponibilità.

Dalla Baviera, dopo aver attraversato l’Austria, il carico giungeva attraverso il Brennero in Italia, all’interno di cisterne di PVC della capienza di 1000 litri, trasportate a bordo di tir telonati. All’arrivo in un capannone, in provincia di Milano, il prodotto veniva travasato in autocisterne per la successiva consegna a cura di autotrasportatori ai clienti finali, principalmente nel Sud Italia.

Ai clienti delle regioni del Nord, invece, il prodotto veniva consegnato direttamente senza essere stoccato nel deposito milanese. Talvolta il trasporto avveniva su rotaia mediante cisterne della capienza di 30.000 litri che, all’arrivo all’interporto di Melzo (MI), venivano prelevati da tir in uso all’organizzazione per la successiva consegna. In tutti i casi, il prodotto petrolifero viaggiava scortato da documenti che ne descrivevano una diversa natura (principalmente detersivo e collanti) o addirittura senza alcun documento di trasporto.

Per ridurre il rischio di eventuali controlli, le fasi di arrivo e consegna erano pressoché concomitanti e il pagamento delle transazioni in contanti o mediante bonifici su conti esteri.

Sulla scorta delle indagini  tecniche e investigative, l’associazione ha introdotto complessivamente 4.280.000 litri (corrispondenti a circa 3.600 tonnellate) di prodotti petroliferi di contrabbando.

A finire in carcere a Bergamo un 53enne residente a Carobbio degli Angeli, ritenuto il capo e promotore dell’organizzazione, un 57enne di Gorlago, un 51enne di Trezzano sul Naviglio (MI) con precedenti per ricettazione, truffa, associazione a delinquere per clonazione di carte di credito, un 62enne di Meda (MB) già indagato per bancarotta, frode fiscale, truffa, riciclaggio e falso in bilancio e un 34enne di Albairate (MI).

Tra le persone destinatarie del provvedimento di arresto anche 5 di nazionalità polacca, per i quali è stata intrapresa la procedura per rintracciarli.

Nel corso delle indagini, nonostante siano stati intercettati dai finanzieri diversi carichi, l’associazione ha cercato di volta in volta di rimodulare il suo modus operandi, per non interrompere il traffico illecito.

Tra i principali acquirenti figurano imprese operanti nel settore dei trasporti, aziende agricole, società dedite alla commercializzazione di prodotti petroliferi e distributori stradali.

Su autorizzazione dell’autorità giudiziaria, oltre 195 mila litri di carburante sottoposto a sequestro sono stati destinati ai vigili del fuoco di Bergamo, Milano e Lecco e utilizzati per rifornire i mezzi di soccorso.

Durante le perquisizioni sono stati messi i sigilli su 17 tir utilizzati per trasportare i prodotti petroliferi di contrabbando.

 

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