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A.a.a. cercasi fuorisede

Noi studenti perché non possiamo votare a distanza per il referendum?

All’estero stanno già votando a casa per corrispondenza; alcuni Paesi europei danno l’opportunità anche di delegare il voto a un’altra persona o di votare in un altro seggio.

Popolo dei fuori sede si parla di noi! Fra qualche giorno, esattamente il 20 e 21 settembre, ci sarà il referendum sul taglio dei parlamentari e tutti i cittadini sono chiamati a votare andando ad esercitare il proprio diritto al voto.

La domanda che ci si pone è la seguente: ma i lavoratori e gli studenti fuori sede come fanno possono esprimere il loro giudizio?

Lo Stato risponderebbe di tornare alla propria residenza tramite aereo e/o treno per poi, visto i vari spostamenti, effettuare un tampone con eventuale quarantena annessa.

Tranquilli sono previste alcune agevolazioni sui costi di viaggio, ma sono agevolazioni che coprono in minima parte il costo realmente sostenuto dall’elettore; un costo che uno studente o un lavoratore magari non possono permettersi.

Ma sapete che tutto questo potrebbe essere evitato?

Già, perché i cittadini italiani che studiano all’estero possono tranquillamente votare a distanza, e allora perché chi è al di fuori del comune di residenza non può avere la stessa opportunità?

All’estero stanno già votando a casa per corrispondenza; alcuni Paesi europei danno l’opportunità anche di delegare il voto a un’altra persona o di votare in un altro seggio. Insomma, le soluzioni ci sono.

In Italia si trovano in questa situazione perlopiù giovani tra i 18 e 35 anni e che provengono, principalmente, dalle regioni del Sud. Le stime parlano di quasi 2 milioni di persone. Ma vi sembra giusto che nel 2020 si debbano affrontare spese extra, e correre determinati rischi, per esprimere un voto, oltretutto con una pandemia globale in atto?

Solo per il referendum però ci sarebbe una soluzione: diventare rappresentanti di lista. Non ci sono requisiti; è un modo che i partiti mettono a disposizione per garantire il diritto di voto in queste circostanze ma bisogna muoversi in tempo.

C’è in atto una petizione online per fare richiesta al Parlamento e al Governo: Se è possibile votare a distanza negli altri Paesi europei perché non lo si può fare anche in Italia?

Se ti va firma qui: il tuo voto conta, fallo contare!

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