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Il caso

Mascherine con motti fascisti al mercato di Serina: l’ambulante non le venderà più

Del caso si è subito occupata la Digos di Bergamo che ha riscontrato la sua totale estraneità ad ambienti politicizzati.

Ha creato un acceso dibattito e la ferma condanna dell’Anpi la presenza al mercato di Serina di alcune mascherine anti-Covid con simboli e motti fascisti.

Il fatto risale a mercoledì mattina e il presidente di Anpi Bergamo Mauro Magistrati aveva sottolineado duramente: “Sfruttare l’emergenza sanitaria Covid-19 per fabbricare e vendere dispositivi di protezione individuale con evidenti contenuti di propaganda fascista è qualcosa di disgustoso, oltre che illegale”.

Sul caso si sono subito mossi gli agenti della Digos di Bergamo, che sono riusciti a risalire all’ambulante responsabile del banchetto, residente nella Bassa bergamasca.

Su di lui sono scattate le verifiche del caso, con accertamenti approfonditi: l’uomo è stato convocato in Questura, dove è emersa la sua assoluta estraneità ad ambienti politicizzati.

La finalità della sua iniziativa, dunque, era prettamente commerciale e in via Noli non sono mai arrivate altre segnalazioni simili sul suo conto.

Il fatto che, comunque, ci fosse materiale richiamante il Ventennio fascista ha spinto gli agenti a definire esattamente i confini di una situazione considerata “borderline” e gli atti verranno tutti trasmessi all’autorità giudiziaria che dovrà valutare e decidere se ci sono gli estremi per la contestazione di reato.

Sentito dal personale della Digos di Bergamo, l’ambulante ha assicurato che non metterà più in vendita il materiale contestato.

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