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La replica

Caso manifesti BergamoSex: “Contenuto da stigmatizzare, faremo fare verifiche”

Il pensiero di Marzia Marchesi, assessora Pari opportunità Comune di Bergamo, e Romina Russo, consigliera delegata alle Pari Opportunità della Provincia

Non è caduta nel vuoto la lettera di protesta indirizzata dal gruppo formato da una decina di architetti (otto donne e due uomini) alla Provincia e al Comune di Bergamo contro le immagini promozionali del BergamoSex affisse lunghe le strade della Bergamasca.

“Non possiamo condividere che il paesaggio urbano, su cui a titolo completamente gratuito veniamo chiamati/e a dare consulenze professionali in commissioni comunali e provinciali, venga invaso da cartelli promozionali che utilizzano un linguaggio discriminante e lesivo della libertà e del rispetto del corpo femminile senza nulla aggiungere alla comunicazione promozionale dell’evento in questione – avevano scritto -. Con forza pertanto ne richiediamo la rimozione sollecitando le istituzioni preposte ad una futura maggiore attenzione e sensibilità”.

Un appello al quale hanno voluto replicare Marzia Marchesi, assessora Pari opportunità Comune di Bergamo, e Romina Russo, consigliera delegata alle Pari Opportunità Provincia di Bergamo.

“In questi giorni, in città e in provincia sono comparsi dei manifesti che pubblicizzano la fiera BergamoSex, in programma a Osio Sopra negli spazi della discoteca Bolgia, con delle immagini fortemente lesive della dignità della donna.

In particolare l’immagine che giudichiamo provocatoria oltre i limiti accettabili in una comunicazione al grande pubblico è quella che rappresenta una donna in lingerie legata e appesa con una corda: questa, a nostro giudizio, diffonde l’idea della donna come oggetto di cui si può disporre come si vuole.

La figura femminile viene rappresentata in modo svilente, esposta al pubblico, diventando una ‘cosa’ da consumare: per questi motivi, come assessora e consigliera alle Pari Opportunità del Comune e della Provincia di Bergamo, ci sentiamo di stigmatizzare il contenuto delle immagini contenute in questi manifesti.

Negli ultimi anni si è sviluppata nella società civile una maggiore consapevolezza sui temi della dignità della persona, che ha portato le nostre Amministrazioni (Provincia e Comune) ad adottare e diffondere le linee guida contro la pubblicità sessista.

Si vuole evitare che vengano diffuse immagini o rappresentazioni di violenza, che utilizzano i corpi in modo offensivo delle persone, o trasmettano dei messaggi negativi basati sugli stereotipi di genere. Il regolamento provinciale sulle installazioni pubblicitarie prevede già il divieto di messaggi pubblicitari che non rispettino la dignità umana e richiamino alla mercificazione del corpo e sono stati attivati gli uffici affinché provvedano alle dovute verifiche.

Il Consiglio comunale di Bergamo ha approvato un ordine del giorno volto a modificare il regolamento delle pubbliche affissioni che preveda un obbligo per i gestori a rispettare le linee guida e il codice di autodisciplina pubblicitaria.

È evidente che sia necessario arrivare al più presto a tale modifica che ci permetta di evitare e vietare l’affissione di immagini che inducono alla mercificazione cosi palese del corpo femminile, come quelle che sono servite in questi giorni a promuovere BergamoSex”.

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