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Emozioni

Scegliere di testa o di cuore? Una risposta ai dilemmi dei giovani d’oggi

gestire le emozioni per diventare “emotivamente intelligenti” e in grado di agire attivamente: solo così si può controllare ciò che si prova

Viviamo nelle nostre teste e non con le emozioni? E se così, in che modo le emozioni influenzano le nostre vite? E voi, ascoltate di più la testa o il cuore?

Negli ultimi anni abbiamo vissuto il dominio del pensiero razionale, nelle istituzioni, nei media, e ha allontanato la capacità di migliorare veramente le nostre abilità intuitive e creative.

Così facendo, rischiamo però di perdere questo potenziale che tutti abbiamo dentro di noi, e di allontanarlo sempre più dalla nostra società.

Sembra ormai assodata la convinzione secondo cui più si lavora, più si produce.

Ci si perde nei numeri, nella logica. Diversamente all’estero, alcuni grandi brand hanno iniziato a puntare molto sul benessere psico-fisico dei propri dipendenti.

Lo stato emotivo è, tuttavia, il filtro principale tra il mondo esteriore e quello interiore e determina come ciascuno di noi reagisce. Tutto questo avviene in modo pressoché soggettivo, rispetto ad eventi fuori dal nostro controllo considerati invece oggettivi.

Consideriamo ad esempio un medesimo evento: la fine di una relazione d’amore o un brutto voto a scuola.

C’è chi elabora velocemente e valuta queste come un’occasione di crescita e chi si demoralizza rattristandosi per parecchio, associando il fatto a un fallimento talvolta personale.

Uno stesso evento, può generare una reazione diversa. In definitiva, la reazione che ottieni verso una determinata situazione, dipende dalla risposta emozionale che ti sta guidando in quel momento: se il proprio stato emotivo/mentale non è positivo ed utile per sé stessi, le decisioni che verranno prese saranno di conseguenza poco efficaci.

Perché molti, quindi, non riescono a liberarsi di alcune emozioni e hanno difficoltà a scegliere ciò che vorrebbero invece provare?

Probabilmente a causa di alcune convinzioni false che guidano in maniera limitante le nostre decisioni, come nel caso delle seguenti:

1. “Le emozioni sono da ‘silenziare’ ” : Le emozioni sono come un faro, ti fanno capire come stai e cosa vuoi. Ad esempio, se non provassimo rabbia, non potremmo percepire quella risposta corporea che permette all’essere umano di uscire da una situazione spiacevole per intraprendere un’azione diversa e di cambiamento. Quest’ultime rischiano di divenire “tossiche” solo quando restano dentro di noi oltre il tempo considerato necessario alla loro funzione di segnale.

2. “Le emozioni sono istintive e l’istinto non può essere gestito”: le emozioni primarie (paura, rabbia, tristezza, felicità, sorpresa, disgusto) hanno una base istintiva, collegata al cervello rettile, che garantisce la sopravvivenza. Le decisioni più profonde vengono dall’istinto. Se così non fosse, potremmo inserirle nei PC e otterremo le risposte necessarie

3. “Non siamo robot in grado di programmarle e modificarle”: La mente generalizza e distorce emozioni primarie trasformandole in panico, frustrazione, depressione, invidia e via dicendo. Questo tipo di emozioni non è funzionale e dipende da come la mente di ciascuno abbia elaborato le esperienze vissute e dato loro un significato soggettivo.

Imparando a gestire le tue emozioni si diventa quindi “emotivamente intelligenti” e in grado di agire attivamente, anziché re-agire passivamente, lamentarsi e subire ciò che accade.

Come si possono gestire le emozioni?

Dipendendo lo stato mentale da diversi fattori, è fondamentale ascoltare: sia ascoltare il proprio corpo, analizzando le reazioni legate a determinate impressioni; sia il proprio cervello, osservando gli scenari e i ricordi che vengono riportati alla mente in quell’occasione.

Alla nostra nascita ci sono stati donati cinque sensi per avere visioni del mondo ed entrare in relazione con esso e le infinite combinazioni che lo stesso offre.

Fondamentale è quindi saperli sfruttare al meglio per poter trovare un equilibrio tra testa e corpo, senza che nessuno dei due prevalga sull’altro.

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