La sua azienda l’ha aperta qualche anno fa, con poche ma chiare certezze: avrebbe fatto la differenza creando mobili “cuciti su misura” per il cliente, ricercando di volta in volta il legno più adatto, conquistandosi la fiducia con la qualità.
Oggi POW di Presezzo conta quattro dipendenti (età media sotto i 40 anni), oltre a lui, Simone Agazzi, che non si perde in chiacchiere inutili. Il suo punto di forza, trovare soluzioni ingegnose e impossibili.
“Siamo partiti piano, poi da cosa nasce cosa – racconta Simone – da 7-8 mesi lavoriamo con un grosso studio d’architettura di Milano e ci troviamo a gestire progetti importanti. Costruiamo tutto noi, dall’inizio alla fine, lavoriamo anche 14 ore al giorno. Siamo tra i pochi a fare ancora serramenti in legno, e realizziamo mobili cercando sempre il legno più adatto in base all’uso che se ne farà. Per esempio, quando si fanno rivestimenti di case in boiserie, per il legno sottostante usiamo il cirmolo, che viene dal Trentino, è brutto ma ha proprietà balsamiche e benefiche uniche. Per un progetto mi è stato chiesto di costruire una parete scorrevole lunga 2 metri ma che non fosse più spessa di 7 centimetri: ho trovato la soluzione grazie a pannelli in accoya, un legno leggerissimo e rettilineo fino a 5 metri”.
Ogni tipologia di legno ha le sue caratteristiche, tanti i possibili usi, che aprono numerose prospettive per il futuro. Il tutto si lega profondamente al tema dell’ecosostenibilità, del costruire consapevole.
“Ci tengo molto, anche nella verniciatura sto cercando di passare all’acqua – spiega Agazzi -. Le difficoltà non mancano, ci vorranno 4-5 anni, ma si sta arrivando a soluzioni nuove”.
La passione si accompagna a tanta fatica, ma le soddisfazioni non mancano.
“In tanti mi dicono: l’importante è che ci sia lei, di lei mi fido. Ecco, questo mi ripaga degli sforzi. Certo, se guardo avanti il mio sogno sarebbe quello di poter continuare a fare il lavoro che amo, ma con ritmi più umani. Chissà…intanto bisogna rimboccarsi le maniche, non so davvero immaginare quali possano esser le prospettive da qui a novembre, il Covid ha reso tutto più complesso e per nulla prevedibile”.
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