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L'assessore regionale galli

“Bergamo-Brescia capitali della cultura? Bene, ma il progetto coinvolga tutta la Lombardia”

L'idea dell'assessore regionale all'Autonomia e alla Cultura, Stefano Bruno Galli, sottoposta ai sindaci: "L'offerta culturale va allargata"

“Brescia e Bergamo capitali italiane della cultura? Benissimo, ma il progetto coinvolga tutti i capoluoghi di provincia lombardi”. Un’idea che l’assessore regionale all’Autonomia e alla Cultura, Stefano Bruno Galli, ha sottoposto ai sindaci Emilio Del Bono e Giorgio Gori.

“Vorrei che il 2023 fosse l’anno della cultura lombarda – spiega l’assessore, in questi giorni presidente vicario della Regione -. Il copyright del progetto resterebbe a Brescia e Bergamo, ma sarebbe opportuno estendere le iniziative ad altre città. A partire da Cremona”, dove l’esclusione dalla candidatura (non è un mistero) ha sollevato qualche polemica e malumore.

L’obiettivo – dice l’assessore – non è quello di togliere lo scettro di protagoniste a Brescia e Bergamo. “Non ci sono ragionamenti politici, semplicemente si tratta di allargare l’offerta culturale: come diceva Carlo Cattaneo, la Lombardia è una regione plurale”.

Ai sindaci, Galli avrebbe detto che “il centro dell’evento resterebbero le due città, ma esportare alcuni eventi in altri capoluoghi sarebbe un’occasione per tutti”. Porta l’esempio di una mostra: “da gennaio a giugno organizzata in un museo di Bergamo, dopodiché trasferita a Cremona piuttosto che a Lodi”.

L’idea, per ora, poggia su basi esclusivamente teoriche ed è stata formulata ai sindaci a fine luglio, durante un incontro che lo stesso Galli definisce “conoscitivo” e “di approfondimento” sul programma Capitale della Cultura 2023.

Sorge spontaneo chiedere: come hanno accolto la proposta Gori e Del Bono? “Nessuno dei due mi è parso ostile a questo tipo di visione.  In Lombardia – fa presente Galli – abbiamo oltre 500 musei, 300 teatri e 1.000 cinema, numeri importanti da far valere”.

Ora le amministrazioni di Bergamo e Brescia dovranno elaborare un progetto. “Penso sarà pronto nei primi mesi del 2021 – conclude l’assessore – poi ragioneremo insieme sul coinvolgimento di Regione Lombardia, anche in termini operativi. Dobbiamo metterci in testa che il Covid-19 ha scardinato i metodi tradizionali di fare cultura, il 2023 dovrà essere pensato con nuove sensibilità e criteri fortemente innovativi”.

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