La Tour Eiffel contro Città Alta, il Louvre contro l’Accademia Carrara, les escargots contro la polenta, Bergamo contro Parigi. Psg-Atalanta è un match unico nel suo genere. Perché è un quarto di finale di Champions League ed è già così prestigiosissimo; perché apre una final eight inedita per questa competizione; perché mette di fronte due squadre che non si sono mai affrontate prima.
Per la società bergamasca, poi, è storia pura: la Dea è alla sua prima partecipazione in Champions League e si ritrova magicamente a giocarsi l’accesso a una semifinale che sarebbe clamorosa, se dovesse essere raggiunta.
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Ma Atalanta e Psg sono due club totalmente diversi, talmente diversi da essere uno l’esatto opposto dell’altro.
I nerazzurri, infatti, sono diventati grandi grazie alla programmazione, ai giusti investimenti e alle scelte della società. I francesi, al contrario, hanno scalato le gerarchie in patria con i milioni che lo sceicco Nasser Al-Khelaïfi – al timone del club dal 2011 – ha speso senza batter ciglio.
Non a caso è del Psg il trasferimento più costoso della storia del calcio, quello con cui i biancorossoblù hanno strappato Neymar dal Barcellona per oltre 220 milioni di euro (e 36 all’anno per il talento brasiliano…).
Dal 2011-112 ad oggi tanti, tantissimi soldi investiti, nell’ordine dei 1300 milioni, ma mai un risultato migliore dei quarti in Champions e perfino qualche delusione in Ligue 1. E anche in questo 2019-’20 sono stati spesi, come a al solito, parecchi soldi. L’acquisto record è quello di Icardi: 50 milioni (più bonus) per il riscatto di Maurito, che supera Abdou Diallo, arrivato dal Borussia Dortmund per 32 milioni. 30 sono quelli spesi per Gueye, prelevato dall’Everton, 18 per Sarabia dal Sivglia e 15 per Navas dal Real.
In totale nell’ultimo anno il Psg ha speso quasi 150 milioni di euro per costruire la squadra che si giocherà questo quarto di finale con l’Atalanta che, invece, per assemblare l’undici messo a disposizione di Gasperini ha sborsato meno di 35 milioni di euro (se si contano anche i 5 milioni pagati per il riscatto di Varnier): 15 milioni sono serviti per Muriel dal Siviglia e 13,5 milioni sono invece stati investiti nell’acquisto di Malinovskyi.
Se ci soffermiamo sugli stipendi, invece, la differenza è semplicemente clamorosa, e si potrebbe riassumere con un dato: Neymar (con i già citati 36 milioni annui) guadagna da solo quanto l’intera rosa dell’Atalanta. Poi ci sono Mbappé pagato quasi 21 milioni a stagione, Thiago Silva 14 milioni, Di Maria 13,2 e Navas 12.
Per i bergamaschi il più pagato è il Papu Gomez, “dall’alto” dei suoi 1,8 milioni di euro, seguito da Muriel e Zapata che arrivano a 1,7 e da Ilicic e Pasalic fermi a 1,5.
Insomma, Davide contro Golia. In tutti i sensi.
Le favole, però, ci hanno insegnato che non sempre vincono i più grandi o i più potenti. Per questo crederci è un dovere per l’Atalanta.
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