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Acquavite e grappa: quali sono le differenze e come degustarle

L'Enoteca Gaudes ci accompagna alla scoperta di questi distillati

Sapete che differenza c’è tra l’acquavite e la grappa? Sono due tipologie di distillati diversi anche se in molti casi,in modo non corretto, questi due termini vengono usati come sinonimi.

L’acquavite è un distillato ottenuto da diverse materie prime come frutta, vino (in questo caso si chiama brandy), cereali (whisky, vodka) e melassa di canna da zucchero (rum), mentre la grappa è un’acquavite di vinaccia prodotta in Italia da materia prima solo italiana (motivo per cui il termine ‘grappa’ può essere usato solo in Italia).

Le acqueviti (soprattutto quelle di frutta) vengono prodotte in molte parti del mondo, le più diffuse sono quella di pere, quella di ciliegie (soprattutto in svizzera) e quella di prugne (in modo particolare nei Balcani).

Nel Medioevo la grappa era un prodotto destinato ai ceti meno abbienti dato che i ricchi tenevano per loro il vino e il distillato ottenuto da quest’ultimo, lasciando alla popolazione solo ciò che restava: ovvero le bucce, i semi e i raspi dell’uva fermentata. Sicuramente, questa grappa era molto diversa da quella che beviamo oggi: era più secca, ricca di sostanze che a volte risultavano sgradevoli e pungenti. E ha attraversato i secoli mantenendo queste caratteristiche di bevanda semplice e intensa, destinata al consumo delle classi più povere della società.

Ha conquistato definitivamente un posto nella storia durante la Grande Guerra e il Monte Grappa ne è uno dei testimoni: in quegli anni drammatici, veniva fornita agli Alpini per affrontare i pericoli e le difficoltà durante il conflitto.

Per quanto riguarda la produzione, in passato veniva ottenuta adoperando appositi apparecchi di distillazione, cioè gli alambicchi, a bagnomaria o a fuoco diretto, con metodo artigianale a ciclo discontinuo: non si poteva ancora contare sugli strumenti industriali di distillazione, giunti in Italia solo alla metà del secolo scorso.

Non erano ancora diffuse nemmeno le grappe provenienti dalla selezione di un solo tipo di vitigno (monovitigno), fatto salvo quelle aromatiche di Moscato o Malvasia: esisteva essenzialmente la classica grappa bianca, frutto della distillazione di vinacce miste.

Dopo la seconda guerra mondiale la società italiana conobbe un momento di sviluppo senza precedenti e gli italiani cambiarono il proprio stile di vita grazie al boom economico. In questo contesto i gusti mutarono radicalmente e con essi cambiò anche il modo di vivere e considerare la grappa. Si iniziò a degustarla abbandonando poco alla volta l’abitudine di bere senza distinzioni di gusto e di grado alcolico.

Nel tempo, poi, per assecondare il cambiamento delle preferenze dei consumatori, anche la grappa si è fatta più morbida, meno aggressiva, rivelando tutta la sua nobiltà, anche attraverso prolungati affinamenti in legno.

Per la degustazione è meglio utilizzare un bicchiere a tulipano: le grappe e le acqueviti giovani (non invecchiate in legno) andrebbero servite a una temperatura compresa tra 8 e 12°C mentre quelle invecchiate intorno a 20°C.

Un consiglio: per quanto riguarda gli abbinamenti col cibo, le acqueviti di frutta sono ideali per accompagnare desserts a base di frutta o semifreddi, le grappe giovani i formaggi molto stagionati mentre quelle invecchiate con il cioccolato fondente. Se parliamo poi di grappe monovitigno gli accostamenti cambiano ancora: ad esempio quelle di amarone si sposano bene con i salumi grassi come la ‘nduja calabrese.

All’Enoteca Gaudes, a Torre de’ Roveri in via Marconi, 1, si può trovare un’ampia selezione di acqueviti e grappe provenienti da varie zone d’Italia (Trentino-Alto Adige, Veneto, Lombardia, Piemonte e tante altre).

Per avere ulteriori informazioni telefonare al numero 0350401452 oppure inviare un’e-mail a info@enotecagaudes.it
Rimani aggiornato sulle sue proposte consultando il sito www.enotecagaudes.it o accedendo alla pagina Facebook e Instagram.

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