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La lanterna magica di guido

“Essi Vivono”, il Carpenter ripudiato

Il dramma di un uomo che scopre di vivere in una società che subdolamente ci costringe ad obbedire ciecamente in favore di una dominazione aliena

John Carpenter fa senz’altro parte di quella foltissima schiera di registi troppo avanti per la sua epoca. Benché fosse un visionario, un creativo e più di tutto, va detto, uno a cui piaceva rompere sonoramente le scatole alla società di fine ‘900 in senso lato, per tutta la sua carriera venne largamente sottovalutato e non capito, probabilmente perché frainteso, arrivando agli onori della cronaca sì ma non per come sarebbe stato corretto avvenisse.

È vero, opere come “Fuga da New York” arrivarono al grande pubblico dando notorietà a Carpenter, ma moltissime altre, giudicate male ai tempi ma oggi rivalutate, non vennero nemmeno considerate venendo bollate in breve come flop: “La cosa” fra tutte.

Essi vivono” (“They Live” per gli anglofoni) è probabilmente il capostipite di questa macrocategoria, capace di individuare molte tra le più pericolose inclinazioni che la società moderna stava iniziando ad assumere già nel lontano 1988.

“Fuori orario, visionario, mentre provo ad essere milionario” direbbe qualcuno.

Ma andiamo con ordine, la trama è semplice: Nada (interpretato magistralmente dal wrestler Roddy Piper) è un operaio disoccupato di Los Angeles che viene in possesso di un paio di strani occhiali neri, grazie ai quali scopre che molti esseri umani sono in realtà degli extraterrestri che cercano di condizionare l’umanità con messaggi subliminali. Sconvolto dalla rivelazione, il giovane intraprende una lotta senza sosta per la libertà.

Ciò che colpisce delle storie di Carpenter è la fredda schiettezza con cui le sue trame si dispiegano, senza tuttavia perdere di valore e, più di tutto, senza mai tramutarsi semplici commedie ad azione fulminea come “Men in Black” o “Big Trouble in Little China”.

Essi Vivono” con la sincerità degna di un bambino ubriaco, disegna un’affascinante trama dai toni crepuscolari in cui la nostra esistenza non viene semplicemente derisa, ma addirittura giudicata e rifiutata in quanto fallata e repellente.

essi vivono

Creare una storia in cui un personaggio, dai tratti estremamente umili e tutt’altro che eroico, scopre che la società che ci circonda altro non è che una grande recita di pochi per ingannare molti significa infatti ribaltare la concezione classica di ciò che ci circonda, mostrando allo spettatore, seppur con toni iperbolici ed eccessivamente esagerati, una visione del mondo che prende tanto da Nietzsche quanto da Pirandello, stuzzicando anche un po’ Arthur Schopenhauer.

Mettendosi infatti un particolare tipo di occhiali da sole, che altro non sono che l’allegorica rappresentazione del senno e della ragione, Nada inizia a vedere ciò che lo circonda, non limitandosi semplicemente ad osservarlo stancamente come facciamo tutti ogni giorno: è a qual punto che scopre che i cartelloni pubblicitari sono in realtà gigantesche insegne di propaganda invisibile atta ad assoggettare le masse.

Non più “compra il nostro prodotto perché ti conviene” o “chiamaci se hai bisogno di assitenza” ma, celato, “obbedisci, riproduciti, segui le regole e non ti ribellare”.

L’unica soluzione per ribellarsi a questa silente ed efficace dominazione sarà quella della violenza e chi più di un wrestler disoccupato e strafottente può tirarci fuori dai guai?

Raccapricciante, affascinante, ignorante il giusto e complottista, da recuperare.

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