La Procura di Milano ha chiesto il processo per 9 tra manager, dipendenti e tecnici di Rete Ferroviaria Italiana, tra cui l’amministratore delegato Maurizio Gentile, e per la stessa società, tutti indagati nell’inchiesta sul disastro ferroviario di Pioltello (Milano), nel quale il 25 gennaio del 2018 morirono tre persone e diverse decine rimasero ferite.
Due delle vittime sono bergamasche: Pierangela Tadini e Ida Milanesi. La prima, 50 anni, morì sotto gli occhi della figlia che viaggiava con lei. Originaria di Caravaggio, si era trasferita a Vanzago (Mi), ma nel 2010 era tornata in Bergamasca e viveva a Misano Gera d’Adda. La seconda, 61 anni, a sua volta originaria di Caravaggio, era conosciuta non solo per la sua professione di medico che l’ha portata a lavorare al prestigioso istituto neurologico Carlo Besta di Milano, ma anche per il noto ristorante ‘Il giardino’ di cui era titolare e che gestiva dal 2007 dopo averlo ereditato dal padre Mario. La terza vittima viveva a pochi chilometri dalla Bergamasca, a Capralba (Cr): Giuseppina Pirri, 39 anni, originaria di Cernusco sul Naviglio.
Nell’istanza firmata dai pubblici ministeri Maura Ripamonti e Leonardo Lesti, i reati contestati a vario titolo sono disastro ferroviario colposo, omicidio colposo plurimo e lesioni colpose.
Stralciata, invece la posizione in vista della richiesta di archiviazione, non solo di due dirigenti di Trenord e della società, ma anche di Amedeo Gargiulo all’epoca direttore dell’Agenzia Nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie e di un suo vice di allora
commenta