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Il sindacato di polizia

“Val Seriana, fuori legge i volontari a cavallo con la divisa della Polizia Locale”

Dalle uniformi ai compiti assegnati fino alla radio in dotazione, per il S.u.l.p.l. "un'iniziativa bocciata senza appello". Replica il comandante: "Servizio ai cittadini"

Appena partito, rischia già di essere stoppato il progetto dei volontari a cavallo che supportano gli agenti della Polizia Locale dell’Unione Insieme sul Serio. Dopo la diffusione sugli organi di stampa dell’iniziativa, il sindacato di categoria S.u.l.p.l. esprime la sua contrarietà al progetto nato da un accordo del comandante Marco Pera con un maneggio della zona, il Campo Verde di Albino.

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A far storcere il naso ai membri del S.u.l.p.l. è in particolare la divisa indossata dai volontari in sella agli animali: “Dalle immagini pubblicate sui quotidiani e sulla pagina Facebook dell’ Unione – spiegano – , con grande stupore, abbiamo potuto constatare come l’uniforme in dotazione a questi volontari sia estremamente somigliante a quella della Polizia Locale, sebbene vi sia l’ aggiunta della dicitura volontario sotto alla ben visibile scritta Polizia Locale”.

“Tutto ciò – proseguono – è in palese violazione dell’articolo 28 della Legge Regionale 6 del 2015, che nel consentire alle associazioni di volontariato di collaborare con la Polizia Locale per il perseguimento dei propri scopi associativi, vieta espressamente di indossare uniformi somiglianti a quelle della Polizia Locale, e in particolare, al comma quarto, esso recita “Per le eventuali divise e distintivi, colori e caratteristiche dei mezzi impiegati dalle associazioni di volontariato deve essere esclusa la somiglianza con le divise, con i distintivi e con i colori dei mezzi in dotazione ai corpi e servizi della polizia locale della Regione””.

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Le perplessità del sindacato non si limitano però al solo uso delle uniformi. Dalla convenzione pubblicata sull’Albo Pretorio dell’Ente, emerge che il servizio sarebbe costituito da “pattugliamento a cavallo della pista ciclabile e dei parchi” e che inoltre “…il volontario svolgerà attività di prevenzione di atti vandalici e di comportamenti degli utenti dai quali possano derivare danni ai beni del patrimonio pubblico…”: “Parlare di “atti vandalici” – spiega il S.u.l.p.l. – equivale a richiamare la nozione penalistica dei reati di “danneggiamento” o di “imbrattamento”, e corre l’obbligo di ricordare che, la prevenzione dei reati spetta agli agenti di pubblica sicurezza e non a personale volontario privo di qualifiche di legge”.

Infine c’è l’ uso della radio in dotazione ai volontari, come previsto nella convenzione, collegata con la centrale operativa della polizia locale: “Sebbene non sia in astratto vietato, ciò sarebbe possibile, a patto che vi sia una frequenza radio a loro dedicata, e senza che possano in alcun modo udire le altre comunicazioni di servizio della Polizia Locale, posto che, non avendo le qualifiche di pubblica sicurezza e di polizia giudiziaria, non possono in alcun modo prendere cognizione di tali comunicazioni riservate, che oltretutto spesse volte, contengono dati sensibili o giudiziari”.

“Il nostro è quindi un giudizio molto critico nei confronti di questa iniziativa – concludono – , che bocciamo senza appello, e per il quale sono già stati presi contatti informali con il Comando, al quale abbiamo rivolto un accorato invito a rivedere del tutto questo progetto. Anziché lanciarsi in queste iniziative “assai sperimentali”, sarebbe preferibile un vero potenziamento dei servizi di polizia locale, investendo risorse ed incrementando il personale di polizia, ma ciò dipende anche da quanta reale volontà ci sia nell’investire risorse per la sicurezza dei cittadini”.

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Non si fa attendere la replica del comandante Marco Pera, che ha organizzato il progetto: “Tengo a precisare che il servizio è fatto a favore della cittadinanza, a costo zero per le tasche dei cittadini ed è stato istituto per dar loro sicurezza, come tutte le attività del nostro Corpo – le sue parole – . Per quanto riguarda le divise, siamo in attesa della comunicazione della Prefettura alla quale è stata fatta richiesta per poterle utilizzare e capire se ci sarà qualcosa da modificare. In ogni caso non sono uguali alle nostre. Aggiungo inoltre che i compiti di vigilanza sono demandati al solo personale di polizia locale che affianca i volontari, i quali possono segnalare a loro le situazioni critiche. Come del resto può fare qualsiasi cittadino”.

“Ci fa piacere – prosegue l’attacco di Pera – che il sindacato di categoria sia molto attento a queste dinamiche, ma ci avrebbe gratificato se fosse stato presente anche durante il periodo di emergenza covid, visto che tra l’altro abbiamo sotto la nostra tutela Nembro, che è stato il paese più colpito d’Italia. Invece in quelle settimane non ci hanno dimostrato la stessa vicinanza”.

Giovanni Novali e Alessandro Bottari, agenti ai vertici del S.u.l.p.m., rispondono così: “Parole che si commentano da sole. L’ impegno del nostro sindacato a tutela dei colleghi è stato incessante anche durante l’ emergenza. Rispediamo dunque al mittente queste dichiarazioni che consideriamo scomposte e del tutto fuori luogo.

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